«Non tramonti mai, in noi e in nessun uomo di fede autentica, la speranza in un domani di pace». Lo scrivono in un messaggio ai «fratelli e sorelle» della comunità copta monsignor Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone e presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Cei, e don Cristiano Bettega, direttore dell’Ufficio Cei l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, all’indomani degli attacchi terroristici nelle chiese di Tanta e Alessandria.
Terrorismo
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Il bilancio, ancora provvisorio, parla di 43 morti e oltre 120 feriti. Due terribili esplosioni, rivendicate dall'Isis, hanno insanguinato ieri le celebrazioni della Domenica delle Palme in due chiese copte a Il Cairo e ad Alessandria d'Egitto. Il vescovo copto-cattolico di Guizeh: «Attentato contro l'unità del Paese. Ma il viaggio del Papa non è a rischio».
Dopo la recita dell'Angelus, al termine della Messa nella Domenica delle Palme, Papa Francesco ha pregato per le vittime dei recenti attentati terroristici chiedendo al Signore di convertire il cuore di chi semina terrore e morte.
Papa Francesco: «Al Cristo che oggi entra nella Passione alla Vergine Santa affidiamo le vittime dell’attentato terroristico avvenuto venerdì scorso a Stoccolma, come anche quanti sono ancora duramente provati dalla guerra, sciagura dell’umanità».
E anche, l’attentato compiuto purtroppo oggi, questa mattina, al Cairo, in una chiesa copta: al mio caro fratello, Sua Santità Papa Tawadros II, alla Chiesa copta e a tutta la cara nazione egiziana, esprimo il mio profondo cordoglio, prego per i defunti e per i feriti, sono vicino ai familiari e all’intera comunità. Il Signore converta il cuore delle persone che seminano terrore, violenza e morte e anche il cuore di quelli che fanno e trafficano le armi.
Secondo la polizia svedese l’uomo arrestato ieri sarebbe l’attentatore che poco prima aveva lanciato un tir contro la folla, causando 4 morti e 15 feriti. Il dolore del vescovo cattolico di Stoccolma, Anders Arborelius e del luterano Antje Jackelén.
Sono ore concitate nel centro di Stoccolma dopo che, attorno alle 15 ora italiana, un camion lanciato sulla folla ha investito diversi pedoni. Così come, nei mesi scorsi, era accaduto a Nizza e poi a Berlino.
Al termine dell'udienza generale di oggi, Papa Francesco ha detto: «Il mio pensiero va in questo momento al grave attentato dei giorni scorsi nella metropolitana di San Pietroburgo, che ha provocato vittime e smarrimento nella popolazione. Mentre affido alla misericordia di Dio quanti sono tragicamente scomparsi, esprimo la mia spirituale vicinanza ai loro familiari e a tutti coloro che soffrono a causa di questo drammatico evento.
Assistiamo inorriditi agli ultimi eventi in Siria. Esprimo la mia ferma deplorazione per l’inaccettabile strage avvenuta ieri nella provincia di Idlib, dove sono state uccise decine di persone inermi, tra cui tanti bambini. Prego per le vittime e i loro familiari e faccio appello alla coscienza di quanti hanno responsabilità...»
Prima dell’udienza generale il Papa ha ricevuto nell’Auletta dell’Aula Paolo VI in Vaticano, una delegazione di Leader musulmani della Gran Bretagna, presenti a Roma in occasione di un incontro sui temi integrazione, educazione e violenza. Ad accompagnarli l’arcivescovo di Westminster, Vincent Nichols che ha portato il suo saluto al Papa dopo una breve introduzione del card. Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. Nel suo intervento Francesco ha sottolineato l’importanza dell’ascolto.
«La nostra speranza non è un concetto, non è un sentimento, non è un telefonino, non è un mucchio di ricchezze: no, la nostra speranza è una Persona, è il Signore Gesù che riconosciamo vivo e presente in noi e nei nostri fratelli, perché Cristo è risorto». Lo ha esclamato il Papa, durante l’udienza di oggi, dedicata alla speranza così come viene declinata nella prima lettera di Pietro.
Un doppio appello: per il «drammatico evento» di San Pietroburgo e per l’«inaccettabile strage» in Siria. A rivolgerlo è stato il Papa, al termine dell’udienza, prima dei saluti ai fedeli di lingua italiana.