Intervista con monsignor Jozef de Kesel, presidente dei vescovi belgi e arcivescovo di Malines-Bruxelles dopo gli attentati che hanno seminato morte e terrore nel cuore dell'Europa. Alle 12 la città si è fermata per un minuto di silenzio in memoria delle vittime e le campane delle chiese e delle cappelle di tutto il Paese hanno suonato a morte. Un segno della profonda tristezza che attraversa oggi il Paese ma anche un messaggio di speranza. La città non può morire così.
Terrorismo
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Al termine dell'udienza di oggi, in piazza San Pietro, Papa Francesco ha detto:
«Con cuore addolorato ho seguito le tristi notizie degli attentati terroristici avvenuti ieri a Bruxelles, che hanno causato numerose vittime e feriti. Assicuro la mia preghiera e la mia vicinanza alla cara popolazione belga, a tutti i familiari delle vittime e a tutti i feriti. Rivolgo nuovamente un appello a tutte le persone di buona volontà per unirsi nell’unanime condanna di questi crudeli abomini che stanno causando solo morte, terrore o orrore. A tutti chiedo di perseverare nella preghiera e nel chiedere al Signore, in questa Settimana Santa, di confortare i cuori afflitti e di convertire i cuori di queste persone accecate dal fondamentalismo crudele, per l’intercessione della Vergine Maria....»
Un appello per «unirsi nell’unanime condanna di questi crudeli abomini che stanno causando solo morte, terrore o orrore» e per «convertire i cuori di queste persone accecate dal fondamentalismo crudele». A rivolgerlo «a tutte le persone di buona volontà», nell’udienza di oggi, è stato il Papa, che prima di salutare i fedeli di lingua italiana, come fa sempre al termine dell’udienza, ha citato i tragici attentati di Bruxelles.
Il Belgio oggi si chiude nel silenzio e nella preghiera. Alle 12 le campane di tutte le Chiese e cappelle del Paese suoneranno a morto come segno di profonda tristezza ma anche di speranza. Sui tragici attentati di Bruxelles sono intervenuti i vescovi di molti paesi europei.
La capitale belga presa di mira come simbolo di una certa idea di Europa, che risponde al progetto dei padri fondatori, fatto di convivenza, democrazia e diritti. Il terrorismo invece semina paura per raccoglierne i frutti: odio, divisioni, nuovi muri, guerre. Il Vecchio continente alla prova.
E' il primo ministro Charles Michel a confermare che si è trattato di un attacco terroristico. Poi è arrivata la rivendicazione dell’Is. Intervista a Leandro Di Natala del Centro europeo di studi sulla sicurezza (Esisc): «Se è possibile che in futuro ci siano altri attacchi come quello di Parigi e Bruxelles? La risposta è sì, è possibile».
«Esprimiamo la nostra vicinanza ai familiari delle vittime e a tutto il popolo belga. Mai come ora dobbiamo essere vicini e solidali. Mai come ora siamo chiamati a creare ponti di incontro e non muri. L’obiettivo di questi criminali è innalzare muri e diffondere odio e paura e invece noi dobbiamo dire no a questa logica». Parole di «condanna totale a chi usa la religione per diffondere morte e terrore» sono espresse da Ezzedine Elzir, imam di Firenze e presidente dell’Unione delle comunità islamiche italiane.
Papa Francesco «condanna nuovamente la violenza cieca che provoca così tanta sofferenza» e implora a Dio «il dono della pace».
Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha manifestato con un post sul suo profilo facebook il suo dolore per gli attentati che hanno insanguinato Bruxelles. Pubblicato anche un intervento video.
Bruxelles, cuore dell'Unione Europea, è sotto attacco. Dopo le due esplosioni all’aeroporto internazionale di Zaventem, attorno alle 8, altre esplosioni si sono registrate nella metropolitana alla stazione di Maelbeek. La città è paralizzata e l'esercito è sceso in strada. Il bilancio dei morti è ora di 34 persone e 136 feriti. Il premier Michel: «Tragedia. Prova difficile per il Paese, da affrontare tutti insieme». Identificati gli attentatori suicidi. Forse un'italiana tra le vittime.