Otto priorità per rilanciare l'isola del Giglio dopo il naufragio tre anni fa della Costa Concordia: per fare conoscere l'isola per com'è e con tutto il suo potenziale in parte ancora inespresso, evitando che nel mondo si ricordino dell'isola solo per la nave da crociera coricata su un fianco davanti al porto e rimossa a luglio.
Giglio
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Un accordo per rilanciare l'isola del Giglio ed anzitutto il turismo e la sua immagine nel mondo, legata per trenta mesi al relitto della Costa Concordia naufragata davanti al porto nel 2012 e rimossa solo lo scorso luglio. Un accordo che parla anche di filiera corta, paesaggio, agricoltura, energie rinnovabili e servizi sanitari.
Entro la fine del 2015, con un piano articolato in quattro fasi, dovrà essere concluso il ripristino ambientale nella parte dell'isola del Giglio dove era naufragata la Costa Concordia. è questo l'esito dell'incontro che si è svolto a Palazzo Strozzi Sacrati tra il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi (in qualità di coordinatore per le attività di recupero ambientale, nominato dal Governo a seguito della rimozione della Concordia dal Giglio), il sindaco Sergio Ortelli, i rappresentanti di Costa Crociere, i rappresentanti del Club degli Assicuratori e l'Osservatorio ambientale, curato dall'Università La Sapienza di Roma.
Giglio centro della prevenzione e sicurezza in mare, sede permanente della conferenza europea in materia, magari con scadenza biennale. E' l'ultima proposta del presidente Rossi per il rilancio dell'Isola, coinvolta nel peggior disastro navale mai visto nel Mediterraneo .
Una boa, un sacco con un paio di pantoloni e un giubbotto salvagente. Sopra a tutti il logo di Costa, ad indicarne con chiara evidenza l'origine. Sono fuoriusciti dalla Concordia ed arrivati nel pomeriggio di ieri sulla spiaggia dell'Arenella, nascosta da un promontorio dietro la scogliera dell'isola del Giglio dove la nave da crociera si è adagiata due anni e mezzo fa ed ora rialzata.
Venti di scirocco in arrivo domani, domenica 20 luglio, con punte di onde massime fino ad un metro e novanta centimetri (anche se la media sarà solo la metà). Onde massime addirittura di oltre due metri lunedì, non vicino allo scafo della Concordia ma in mare aperto, quando lo scirocco lascerà spazio al libeccio.
La Concordia lascerà l'isola del Giglio martedì, otto giorni dopo l'avvio della fase di rigalleggiamento iniziata lunedì e dopo oltre novecento giorni da quando, il 13 gennaio 2012, naufragò nel mare toscano. Troppo sfavorevoli le previsioni del tempo per partire lunedì.
La Concordia continua ad alzarsi e riemergere e il sollevamento che c'è stato durante la notte si apprezza anche ad occhio nudo. Soprattutto per chi osserva il relitto da Giglio Castello o da i primi tornanti sopra Giglio Porto, dove con lo sguardo si abbraccia la nave in tutti i suoi quasi trecento metri di lunghezza e non solo sul fronte.
Il ponte Italia, il quinto dei tredici ponti «abitati» della ↔Concordia», è già per metà fuori dall'acqua. Lo sarà del tutto nelle prossime ore. Il vento sull'isola del Giglio si è infatti attenuato e i lavori attorno e sotto la nave sono proseguiti spediti, nonostante qualche problema ancora con una delle catene di un cassone, quello più grande che sbandò nei mesi scorsi.
Una volta che la Costa Concordia se ne andrà via dall'isola, sostenuta dal suo «ciambellone» di trenta cassoni di acciaio e trainata da due rimorchiatori a prua ed altrettanti di supporto a poppa già arrivati al Giglio, subito inizieranno le operazioni di ripristino del fondo e dell'ambiente marino.
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