Tossicodipendenze

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Al primo posto la cannabis, seguita dalla «spice» e dalle nuove sostanze psicoattive (Nps). Sono le droghe utilizzate nel 2016 dai nostri giovani tra i 15 e i 19 anni. A rivelarlo è il rapporto Espad Italia 2016 (European School Survey Project on Alcohol and other Drugs) dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) diffuso nei giorni scorsi.

«I giovani sono naturalmente inquieti». Lo ha detto, a braccio, il Papa, nell’incontro con il clero (testo integrale) nel Centro eventi «La Macarena» di Medellín. «Inquietudine – ha denunciato Francesco subito dopo, sempre fuori testo – che molte volte viene distrutta dai sicari della droga». A clero e religiosi il papa ha parlato soprattutto di vocazioni.

Un dialogo in spagnolo scandito dalla spontaneità e dalla schiettezza è stato quello che il Papa ha avuto, in Aula Paolo VI, con la comunità Shalom, fondata 35 anni a Fortaleza, in Brasile, grazie a Moyses de Azevedo che insieme ad alcuni giovani aprì una pizzeria per parlare a chi era distante da Dio e dalla Chiesa. Un cammino di evangelizzazione dei lontani oggi diffuso in varie parti del mondo. Quattro le domande rivolte a Francesco: riferendosi alla misericordia, in un mondo segnato dall’indifferenza e dalla disperazione, il Pontefice ha evidenziato che non ci sono parole giuste per descriverla, va testimoniata e vissuta nella carne.

«Uscire per raccontare che Dio è buono, che ti sta aspettando anche nei peggiori momenti della vita». È il compito affidato dal Papa ai membri della Comunità Cattolica Shalom, ricevuti oggi in udienza in Aula Paolo VI, dove Francesco è arrivato poco prima delle 12.30 ed è stato accolto da una folla festante, con i giovani che indossavano una maglietta bianca e agitavano piccoli striscioni con la scritta «Shalom» in bianco su campo oro.

L’assenza della famiglia, la pressione sociale, la propaganda dei trafficanti, il desiderio di fare nuove esperienze: Papa Francesco ha indicato in questi fattori alcune delle cause che portano alla dipendenza da droga. Ricevendo i partecipanti all’incontro promosso dalla Pontificia Accademia delle Scienze su “Narcotici: problemi e soluzioni di questa piaga mondiale”, il Pontefice ha precisato che la droga è certamente una nuova forma di schiavitù e che quando si cercano le reti di distribuzione inevitabilmente ci si imbatte nella mafia, che uccide quanti vogliono risolvere questa piaga.

«La droga è una ferita nella nostra società, che intrappola molte persone nelle sue reti. Sono vittime che hanno perso la loro libertà in cambio di questa schiavità, di una dipendenza che possiamo definire chimica». Lo ha detto il Papa, incontrando oggi, nella Casina Pio IV, i partecipanti al seminario organizzato dalla Pontificia Accademia delle Scienze sul tema: «Narcotici: problemi e soluzioni di questa piaga mondiale».

Prefettura di Firenze, Regione Toscana e Comune di Firenze sottoscriveranno un patto educativo per promuovere nelle scuole la diffusione della cultura della sicurezza e della salute, per contrastare la diffusione degli stupefacenti tra i giovani e per assistere gli istituti scolastici nelle attività formative rivolte ai docenti sulla prevenzione. L'adesione al progetto è stata decisa nell'ultima seduta di Giunta su proposta della assessora all'istruzione Crisitna Grieco.

Nel 2015 gli ingressi nella comunità di recupero di San Patrignano (468 tra cui 30 minori) sono aumentati del 20% rispetto all’anno precedente; previsto un ulteriore +20% anche nel 2016. Cocaina la sostanza più usata ma ritorna l’eroina, mentre negli ultimi due anni sono state immesse sul mercato 200 nuove droghe. Aumentano i tossicodipendenti di «seconda generazione».

Papa Francesco oggi pomeriggio ha visitato a sorpresa i tossicodipendenti del Centro Italiano di Solidarietà don Mario Picchi (Ceis) per i «Venerdì della Misericordia». Lo riferisce lo stesso Centro in una nota diffusa pochi minuti fa, in cui fa sapere che «Bergoglio ha voluto testimoniare la sua vicinanza alle persone che stanno lottando contro la dipendenza dalle droghe incontrando i 60 ospiti della comunità terapeutica San Carlo, aperta nel 1979 ai Castelli Romani da don Mario Picchi, da sempre considerato il laboratorio del Ceis».