Angelo Bagnasco

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Dal presidente della Cei uno sguardo sulla crisi del settore e della professione giornalistica e un forte incoraggiamento. Tre gli impegni consegnati: «Fare spazio ai giovani e alla loro preparazione professionale»; «curare la formazione di tutti, sia a livello culturale e professionale che a livello spirituale»; «sviluppare un rapporto più organico tra Fisc e Ucsi» per «far emergere una presenza di qualità» nel Paese. La relazione del presidente Francesco Zanotti.

L'apertura sull'incontro col Papa nel maggio scorso e le sue «tre precise direttive» alla Chiesa italiana, quindi la Giornata Mondiale della Gioventù di Rio con il ricco insegnamento sull'annuncio del Vangelo ai giovani e ai lontani, e infine le questioni internazionali e la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna: sono questi i principali contenuti della prolusione che il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha proposto al Consiglio episcopale permanente che si è aperto nel tardo pomeriggio di oggi a Roma (testo integrale).

Da una parte c'è «l'uomo di sabbia»: «una figura fluida, impastata di contraddizioni e con una caratteristica evidente: la sensazione di stanchezza». Dall'altra c'è il «contributo di umanizzazione» della fede, che viene offerto in primo luogo dalla famiglia. È un affresco ampio, quello tracciato dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nella prolusione di apertura della 47ª Settimana Sociale di Torino.

Così il presidente dei vescovi italiani, il card. Angelo Bagnasco: «Auguro ai giovani italiani di tornare nelle loro parrocchie come missionari, più missionari. Perché anche questa Giornata mondiale della gioventù sarà come le altre un momento di grande crescita della loro fede attraverso le catechesi, la preghiera, la fraternità, l'incontro con questa Chiesa vivace del continente latino americano. Attraverso l'incontro con il Santo Padre. La gioia di una fede che cresce e illumina il cuore di questi ragazzi deve essere sempre più comunicata ai propri coetanei...».

‘‘È l‘ora di smettere ogni spirito di contrapposizione gli uni verso gli altri, di smettere di criticarci vicendevolmente e di porre veti incrociati, di sospettarci a vicenda come se il primo dovere civico di ciascuno fosse quello di pensare male delle intenzioni altrui. Questo modo di pensare paralizza uccide la fiducia e paralizza qualsiasi sviluppo personale e sociale‘‘. Così l‘arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, nell‘omelia pronunciata durante la Messa celebrata in occasione del pellegrinaggio diocesano del mondo del lavoro al Santuario di N.S. della Guardia.

Don Andrea Gallo "svolse il suo ministero sacerdotale con lo sguardo ed il cuore attratti da coloro che portavano più evidenti le ferite del corpo e della vita, quelle dell‘anima come il samaritano del Vangelo. Come missione di ogni sacerdote ha cercato di lenire i dolori di chi incontrava con l‘olio della consolazione ed il vino della fiducia ridonando speranza per guardare al domani". Così l‘arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, nell‘omelia pronunciata questa mattina durante i funerali del sacerdote genovese presso la chiesa di N.S. del Carmine.