Mariano Crociata

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«La pastorale carceraria nel suo insieme va compresa come una missione educativa» perché «il tempo del carcere può e deve essere impostato come un tempo educativo e rieducativo, nel quale la detenzione e la pena subita si integrino in un percorso complessivo di crescita della persona, dal punto di vista umano e cristiano». Così monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Cei, nel suo intervento al convegno nazionale dei cappellani delle carceri italiane, che si chiude domani a Sacrofano (Roma) su «Giustizia: pena o riconciliazione».

«Piena sintonia» con Papa Francesco e gratitudine dei vescovi italiani per il «momento bello» rappresentato dall'incontro con lui in occasione dell'assemblea Cei del maggio scorso, quando «abbiamo potuto direttamente cogliere il suo stile, il suo metodo, il suo modo di essere» e «provare il piacere di sentire le sue parole, le sue indicazioni, i suoi incoraggiamenti». Così si è espresso, nella conferenza stampa di oggi presso la sede di Radio Vaticana, il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, illustrando il comunicato finale sui lavori del Consiglio episcopale permanente svolto a Roma da lunedì a mercoledì scorso.

Mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei: la Giornata mondiale della gioventù è un'esperienza importante nella vita della Chiesa e per i giovani che hanno bisogno di sentire l'incontro e la condivisione. La Gmg di Rio si caratterizza in modo particolare per la grandissima novità della presenza di Papa Francesco. Molti italiani si ritoroveranno a Rio nonostante la distanza e l'impegno che questo comporta.

Monsignor Mariano Crociata suggerisce una rilettura del gesto compiuto oggi da Papa Francesco, a partire dal suo straordinario coinvolgimento personale: «Con la sua sensibilità ha mostrato cosa significa non diventare preda dell’indifferenza». Ed ancora: «Invita ad andare oltre tutti gli schemi, i preconcetti e tutte le abitudini, per vedere la nuda umanità e la cruda sofferenza che tocca tutti, al di là delle appartenenze e degli interessi politici».

«La figura del monaco può ben essere presentata come un modello per il cristiano, non tanto per la forma di vita che ha assunto, quanto per la motivazione e la radicalità che hanno condotto ad abbracciarla». Ne è convinto monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Cei, che nell'omelia della messa celebrata oggi a Camaldoli, nell'anniversario della dedicazione della chiesa del monastero, ha espresso la «riconoscenza e le attese» della Chiesa italiana in occasione del millenario di fondazione dell'eremo.

«Noi viviamo solo nutrendoci di Cristo; ma viviamo veramente solo nutrendo anche altri». Lo ha detto monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Cei, sabato 1° giugno, nella messa celebrata a Roma, nella sede della Federazione universitaria cattolica italiana, in occasione della prima riunione del nuovo Consiglio centrale della Fuci. «La tentazione tipica di ogni esistenza religiosa formalistica o farisaica - ha osservato - è quella della dissociazione: noi abbiamo il compito di praticare i riti e di pronunciare parole sacre, gli altri quello di affrontare i loro problemi», ma «Gesù testimonia, propone e rende possibile l'esperienza religiosa integrale, quella del Figlio che fa propria fino in fondo la missione ricevuta dal Padre».