Ecco i testi delle sintesi delle sintesi e delle proposte elaborate nei gruppi di lavoro del Convegno di Firenze. Duecento gruppi e altrettanti facilitatori; 20 moderatori, quattro per ciascuna delle cinque tematiche approfondite e stamattina finalmente i 5 interventi conclusivi, che riportano in assemblea plenaria quanto è stato condiviso tra mercoledì e giovedì in oltre sette ore di confronto
Firenze 2015
Ultimi contenuti per il percorso 'Firenze 2015'
Alla Fortezza da Basso parlano i moderatori dei gruppi di studio: metodologia innovativa in attesa delle conclusioni di domani. Piste di lavoro concrete per «uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare»
Sì, a noi piace il modello Fortezza da Basso, scelto dai cattolici italiani per interrogarsi sul futuro della Chiesa italiana e sulla presenza dei credenti in questo Paese benedetto. Chi scrive questo articolo ha avuto la fortuna di partecipare ad un tavolo di discernimento sulla Via dell’abitare. Un’autentica esperienza cristiana di ascolto e di parresia
«Il mondo aspetta una comunicazione comune da noi» e «noi, religioni monoteiste, dobbiamo offrire una visione positiva dell’uomo e del mondo impegnandoci per il bene» dell’umanità. Il monito è di Joseph Levi, rabbino capo della Comunità ebraica di Firenze, che ha portato questa mattina il suo saluto al convegno ecclesiale, al termine della preghiera ecumenica presieduta da monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei.
«Possiamo superare quanto c’è di oscuro» nelle religioni, in particolare il fondamentalismo che porta al terrorismo, «solo lavorando insieme, costruendo ponti e non muri. È un cammino lungo e faticoso, ma è l’unica strada che abbiamo davanti a noi». Ne è convinto Izzedin Elzir, imam di Firenze e presidente dell’Unione comunità islamiche d’Italia (Ucoii), che questa mattina ha portato il saluto della sua comunità al convegno ecclesiale di Firenze.
«Paolo rivolge il suo inno cristologico in una Chiesa in conflitto. Forse siamo ancora animosi gli uni verso gli altri, veniamo da una storia di lotte fratricide, conflitti dottrinari, battaglie per il potere. Il primo punto è lasciarsi interpellare dai nostri conflitti». Lo ha detto questa mattina a Firenze Letizia Tomassone, pastora della Chiesa valdese fiorentina, nella riflessione spirituale della preghiera ecumenica che ha aperto la quarta giornata del Convegno ecclesiale
Una scuola che cancella dal programma didattico la visita a una mostra d’arte è una cosa di assoluta gravità. Qualcuno potrebbe mai pensare di cancellare dalle antologie Dante e la Divina Commedia, oppure di eliminare Giotto e Michelangelo dai programmi di storia dell’Arte?
(dall’inviata Sir a Firenze) – «Come ha detto Papa Francesco, se noi non ci abbassiamo non possiamo vedere il volto del Signore. Possiamo vedere i tratti dell’umanità di Cristo nelle profezie, ad esempio in Isaia». Ha esordito così p. Georgij Blatinskij, arciprete della Chiesa ortodossa russa di Firenze, nella riflessione spirituale della preghiera ecumenica che, presieduta da monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, questa mattina ha aperto la quarta giornata del Convegno ecclesiale a Firenze.
Un Papa che parla alla Chiesa italiana citando i popolari personaggi di don Camillo e Peppone nati dalla fantasia di Giovannino Guareschi potrebbe avere del clamoroso. Ma se quel Papa risponde al nome di Francesco, stenta persino a fare notizia, per il solo fatto che rientra nel suo stile abituale.
Le relazioni introduttive di Marco Magatti e Giuseppe Lorizio hanno dato il via ai lavori dei sottogruppi, quattro per ciascuno dei cinque verbi dell’Evangelii Gaudium, che annunciano il percorso «sinodale» che attende la Chiesa italiana, anche nel rapporto con la società. Cinque clip con il «negativo» per introdurre gli ambiti.