La morte di Mikhail Gorbaciov è l'occasione per ricordare una pagina storica indelebile, il suo incontro in Vaticano con Giovanni Paolo II del 1 dicembre 1989.
Giovanni Paolo II
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A partire dal prossimo anno, la cattedrale di Santa María la Real de la Almudena, nella diocesi di Madrid, in Spagna, avrà una cappella dedicata a San Giovanni Paolo II. Lo ha deciso il Capitolo della cattedrale, che ha dato il via libera a un progetto dello studio di architettura Cano ed Escario. Ne dà notizia oggi l’arcidiocesi madrilena.
Questa mattina il cardinale polacco Stanislaw Dziwisz, arcivescovo emerito di Cracovia e già segretario particolare di Papa Wojtyla, ha concelebrato la messa con il card. Konrad Krajewski, elemosiniere pontificio, presso l’altare di San Giovanni Paolo II, nella basilica di San Pietro. L’occasione è l’anniversario dell’attentato a Giovanni Paolo II, esattamente 40 anni fa, in piazza San Pietro.
Le 17,17 del 13 maggio. Difficile dimenticare l’ora e il giorno. Quel giorno cambia la storia, accade un fatto impensabile: il tentativo di uccidere il Papa in piazza San Pietro. Giovanni Paolo II, in piedi, benedice e saluta. Si sentono alcuni colpi di pistola, due, forse tre. A sparare è Mehmet Ali Agca
Rai Premium (canale 25 del digitale terrestre), in occasione del 40° anniversario dell’attentato a Papa Wojtyła trasmette, il 13 maggio, alle 23.05, “Il coraggio del perdono”, un documentario di Rai Vaticano, firmato da Massimo Milone e Stefano Girotti, con la regia di Carlotta Bernabei.
Mercoledì 12 maggio ore 20.50 il Rosario, ore 21.40 lo speciale condotto da Paola Saluzzi. Nello speciale intervengono mons. Rino Fisichella, i giornalisti Gian Franco Svidercoschi e Antonio Preziosi, Luca Buzzonetti, figlio del professore Renato Buzzonetti, medico personale del Pontefice. Con le testimonianze di Arturo Mari, fotografo del Pontefice, e Mario Scipioni, agente Polizia Ispettorato Vaticano
Il giornalista offre anche una chiave di lettura, incentrata sulla fede, dei fatti che avrebbero inciso profondamente sul pontificato di Karol Wojtyla. Gli eventi ripercorsi anche attraverso testimonianze e dettagli poco conosciuti o inediti
Domenica 18 aprile ricorre il 39° anniversario della visita di Giovanni Paolo II alla Stazione centrale di Bologna durante la quale pronunciò una preghiera davanti alla lapide che ricorda la vittime della strage del 2 agosto 1980.
40 anni fa a Danzica le autorità comuniste dell’allora Repubblica popolare di Polonia, dal 1945 asservita al regime sovietico, si dovettero arrendere agli operai che in tutto il Paese chiedevano il riconoscimento dei loro diritti civili. Fra questi diritti vi fu la costituzione di un sindacato libero, indipendente e solidale chiamato Solidarność, ma anche il diritto a professare apertamente la propria fede cristiana. A capo degli operai dei cantieri navali di Danzica c'era un semplice elettricista Lech Wałęsa che alcuni anni dopo venne insignito del premio Nobel per la pace (1983) e nel 1990 eletto capo dello Stato (1990-1995). In occasione del quarantennale di Solidarność, il Sir ha chiesto allo statista polacco di condividere le riflessioni riguardanti la lotta per la libertà dei polacchi
“La preghiera, la vicinanza al popolo e l’amore alla giustizia”. Sono le tre “tracce” di san Giovanni Paolo II che il Papa ha ricordato nell’omelia, pronunciata a braccio, della messa trasmessa in mondovisione dall’altare collocato sopra la tomba del papa polacco, nella basilica di San Pietro, in occasione del centenario della nascita di Karol Wojtyla.