Papa Francesco

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Il mondo ha ancora bisogno dello spirito di pace e dialogo tra le religioni che ha animato lo storico incontro di Assisi del 1986. lo ha ribadito papa Francesco incontrando i Rappresentanti delle Chiese, delle Comunità ecclesiali e delle grandi Religioni, riuniti in questi giorni a Roma dalla Comunità di S. Egidio. Non possiamo assistere indifferenti e impotenti al dramma di bambini, famiglie, anziani, colpiti dalla violenza.

«Comunicazione al servizio di un'autentica cultura dell'incontro». È il tema del messaggio del Papa per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali 2014. Lo rende noto il Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali (Pccs) in una nota diffusa oggi, in cui viene spiegato il senso di tale scelta. «L'essere umano - si legge - si esprime soprattutto nella capacità di comunicare.

Un invito a fuggire «la Chiesa del funzionalismo». A rivolgerlo è stato il Papa, che nell'omelia della messa celebrata oggi a Santa Marta ha ricordato che «i discepoli volevano l'efficacia, volevano che la Chiesa andasse avanti senza problemi e questo può diventare una tentazione per la Chiesa: la Chiesa del funzionalismo! La Chiesa ben organizzata! Tutto a posto, ma senza memoria e senza promessa!».

Al termine della cerimonia in Piazza San Pietro Papa Francesco ha pregato l'Angelus con i numerosi fedeli provenienti da ogni parte del mondo. In particolare ha salutato Sua Beatitudine Youhanna X, Patriarca greco ortodosso di Antiochia e di tutto l'Oriente. La sua presenza -- ha insistito il Papa -- ci invita a pregare ancora una volta per la pace in Siria e nel Medio Oriente. Ed infine ha ricordato che ieri in Croazia, è stato proclamato Beato Miroslav Bulešić, sacerdote diocesano, morto martire nel 1947. Lodiamo il Signore, ha detto, che dona agli inermi la forza dell'estrema testimonianza.

Mai adagiarsi nella comodità e dimenticare Dio mettendo noi stessi al centro della vita. Riprendendo le parole del profeta Amos, Papa Francesco si è rivolto ai catechisti, provenienti da tutto il mondo, ed ha ricordato nell'omelia della messa della domenica che se perdiamo la memoria di Dio, anche noi stessi perdiamo consistenza, anche noi ci svuotiamo, perdiamo il nostro volto come il ricco del Vangelo. Se andiamo dietro ai valori dell'effimero, noi stessi diventiamo vuoti.