Cultura & Società

Il fenomeno Facebook

di Marco DeriuDocente di scienze della comunicazione – Università Cattolica

Tra i mezzi di comunicazione online di più recente importazione tra i nostri confini, Facebook è quello che negli ultimi mesi si è diffuso maggiormente fra gli internauti. Dallo scorso settembre, in particolare, il sito è diventato una frequentazione abituale per molti utenti italiani, che sono così entrati a far parte del più grande «social network» esistente in Internet. La polemica di questi ultimi giorni, legata alla decisione dei responsabili di togliere dalle pagine degli iscritti alcune foto di mamme che allattano neonati, ha finito per dare ulteriore pubblicità al sito, accrescendo notevolmente i contatti e irrobustendo la consistenza del fenomeno.

Fondato nel febbraio del 2004 da uno studente di Harvard con lo scopo di favorire i contatti fra studenti di Università e licei di tutto il mondo, Facebook è diventato presto un patrimonio condiviso da altre Università e scuole superiori, finché i requisiti di accesso sono stati progressivamente conquistati anche da istituzioni e grandi aziende e oggi vi si può registrare chiunque disponga di una connessione. Offre la possibilità di cercare e (ri)trovare le persone attraverso il loro nome e cognome, scambiare fotografie, inviare commenti nelle bacheche delle pagine personali di altri utenti, partecipare a gruppi di discussioni tematiche, registrarsi come band musicale, inserire brani e gestire gruppi di fan, scambiare messaggi privati o pubblici, far parte di gruppi di «amici».

Il nome Facebook si riferisce agli annuari contenenti le foto e le generalità di studenti e referenti, che alcuni college e scuole statunitensi distribuiscono all’inizio di ogni anno accademico ai nuovi iscritti e al personale per far conoscere i responsabili e le persone a cui ci si può rivolgere. Il sito è gratuito per gli utenti e trae il proprio guadagno dalla pubblicità. Per gli inserzionisti è appetibile in quanto i loro messaggi promozionali possono essere ricevuti da più di cento milioni di persone (tanti sono attualmente gli utenti iscritti). La sua posizione nella graduatoria del traffico dei siti è passata velocemente dalla sessantesima alla settima, è stabilmente tra i 10 più visitati al mondo, negli Usa è il sito contenente il maggior numero di foto (ogni settimana ne vengono caricate oltre 60 milioni).

La procedura per entrare a far parte di questa community è semplice. La registrazione si ottiene attraverso la compilazione di un apposito modulo online che prevede la fornitura delle proprie generalità. Dopo che sono stati aggiunti i contatti delle persone che si conoscono e il sistema segnala quali tra esse sono già iscritte a loro volta. Ogni utente compila il proprio profilo, fornendo agli altri una descrizione di se stesso e condividendo hobby, passioni e altre informazioni ritenute potenzialmente interessanti. Tra i principali requisiti, l’inserimento di una immagine personale e delle «informazioni di contatto», ovvero di quegli elementi che possono favorire la rintracciabilità.

Nel sistema sono stati inseriti alcuni controlli che permettono all’utente di definire quali informazioni saranno accessibili a tutti o soltanto ad alcuni, come pure di negare l’accesso a una serie di contenuti. I modi per comunicare con gli altri sono vari. Nella pagina personale, c’è una bacheca in cui vengono visualizzati tutti gli interventi e i relativi aggiornamenti eventuali, che possono essere letti da tutti gli amici. Ogni intervento si può commentare insieme, come se si trattasse di un forum. Nella home si possono leggere gli interventi degli altri e seguire contemporaneamente le bacheche di altri utenti registrati.

Da strumento di pura utilità, oggi Facebook è diventato una «rete sociale» a disposizione di tutti gli utenti di Internet ed è utilizzato prevalentemente per mantenere il legame con i vecchi amici anche a distanza o per entrare in contatto con altri. Al di là della moda e della facilità d’uso, il sistema può essere effettivamente utile per mantenere contatti con persone distanti altrimenti difficilmente raggiungibili, ma anche in questo caso – come in tutti quelli in cui le relazioni fra le persone passano attraverso la tecnologia – è alto il rischio che molti legami siano soltanto virtuali.

La comunicazione vera è ben diversa dal contatto o dalla semplice diffusione pubblica di informazioni personali. E per definire «amici» gli altri è necessario un percorso di costruzione del rapporto di amicizia che non si può certo improvvisare attraverso una piattaforma tecnologica, per quanto avanzata e affascinante.