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CLIMA: MARACCHI, TOSCANA NON CORRE RISCHI ALMENO FINO A 2100

Le località della costa toscana non corrono il rischio di essere sommerse dal mare almeno fino al 2100. Ad assicurarlo è il climatologo Giampiero Maracchi, direttore dell’istituto di biometeorologia Ibimet di Firenze. “Non serve fare allarmismo – ha detto Maracchi, che questa mattina è intervenuto alla seduta della commissione territorio e ambiente del Consiglio regionale – e, anche di fronte a previsioni di importanti istituti di ricerca che, tra l’altro, mettono proprio a rischio la sopravvivenza delle coste e delle zone umide della Toscana, occorre ricordare che la meteorologia non conduce esperimenti scientifici ma crea solo modelli e proiezioni, che non sono esenti da errori”.

Rimanendo nel presente e nel futuro prossimo, per Maracchi i rischi maggiori sono quelli derivanti da piogge intense e dall’aumento della temperatura. “Questi fenomeni – ha spiegato – in Toscana hanno portato al grande incremento delle piene e delle frane”. Il clima ‘pazzo’ porta inoltre problemi all’agricoltura. “Le temperature miti di quest’inverno anomalo – ha confermato Maracchi – hanno fatto fiorire in anticipo molte piante, ma le gelate di questi giorni le hanno danneggiate, in particolare il frumento e gli alberi da frutto. Un nuovo afflusso di aria fredda è previsto per il 5,6 febbraio e poi per l’11, 12 febbraio”.

“Entro il 2030 – ha spiegato Maracchi – i trasporti saranno responsabili, se non interveniamo, del 40% dell’inquinamento. Anziché far viaggiare i prodotti da un capo all’altro del mondo, dovremmo produrre il più possibile vicino a noi, eliminando i trasporti non necessari. L’uomo può ancora evitare di arrivare al punto di non ritorno”.

“Il messaggio è chiaro – ha commentato il presidente della commissione Erasmo D’Angelis -: dopo gli allarmanti Rapporti sul global warming dell’Unione europea, dell’Onu e persino del Pentagono, è compito della politica assumere il clima come la vera priorità d’azione”. “L’Italia – ha aggiunto – doveva diminuire le emissioni di gas serra del 6,5%, per rispettare gli obiettivi di Kyoto: le ha aumentate del 15%, e la Toscana dell’11%. Occorre una presa di coscienza collettiva perché abbiamo pochissimo tempo per rimediare e non sono permessi errori. Il nuovo piano energetico deve andare in questa direzione”. (ANSA).