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PARLAMENTO UE: NO A RACCOLTA IMPRONTE DIGITALI ROM, SÌ A POLITICHE DI CONTROLLO E INTEGRAZIONE

L’Europarlamento invita le autorità italiane “ad astenersi dal procedere alla raccolta delle impronte digitali dei rom, inclusi i minori” e “dall’utilizzare le impronte digitali già raccolte, in attesa dell’imminente valutazione delle misure previste annunciata dalla Commissione”. Sono due passaggi del testo adottato oggi a Strasburgo dall’Assemblea dei 27. In emiciclo è passata una risoluzione presentata da socialisti, verdi, liberaldemocratici e sinistra unita, e sostenuta da alcuni deputati popolari ungheresi e romeni, con 336 voti favorevoli, 220 contrari e 77 astensioni. In precedenza era stata respinta una richiesta del gruppo popolare di rinviare il voto. Il Parlamento ritiene “inammissibile” la violazione dei diritti fondamentali dei bambini e la loro criminalizzazione e chiede alla Commissione “di verificare la compatibilità delle misure italiane con il diritto Ue”. Allo stesso tempo invita tutti gli Stati membri ad “abrogare le leggi che discriminano i rom” e sollecita “il rafforzamento delle politiche comunitarie di integrazione” delle popolazioni nomadi europee. Il “no” alla raccolta delle impronte digitali dei rom, espresso dall’Europarlamento, è giustificato dal fatto che ciò “costituirebbe chiaramente un atto di discriminazione diretta fondata sulla razza e l’origine etnica, vietato dall’articolo 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, e per di più un atto di discriminazione tra i cittadini dell’Ue di origine rom o nomadi e gli altri cittadini, ai quali non viene richiesto di sottoporsi a tali procedure”. Il voto di oggi era stato preceduto da un dibattito svoltosi lunedì in emiciclo. Prima del voto il commissario Jacques Barrot aveva informato gli eurodeputati dei contatti avuti con il governo italiano. Dal Parlamento si insiste inoltre, con uno sguardo su tutti i 27 Stati membri, che “il miglior modo per proteggere i diritti dei bambini rom sia di garantire loro parità di accesso a un’istruzione, ad alloggi e a un’assistenza sanitaria di qualità, nel quadro di politiche di inclusione e di integrazione, e di proteggerli dallo sfruttamento”. Una seconda risoluzione presentata dalla destra del Parlamento è stata poi respinta. E’ stato invece accolto un emendamento che chiede di risolvere il problema dei “campi nomadi illegali”.Sir