Lettere in redazione

A scuola troppo presto il prossimo settembre

Per molti ragazzi delle scuole elementari toscane, venerdì 7 giugno, sono cominciate le vacanze che termineranno lunedì 9 settembre. Le più elementari nozioni di pedagogia fanno scuotere la testa in segno di disapprovazione. I bambini torneranno a chiudersi nelle aule ancora in estate, nel caldo, in molte città immersi nel temibile ozono che induce alla sonnolenza e alla stanchezza. Quasi tutti alunni e studenti saranno rimasti per di più svegli la sera prima per godersi un po’ di aria fresca e inoltre a Firenze perché ci sono le feste dalla Rificolona. Inoltre è noto che con il caldo non si studia, si suda e basta.

Ci sono altre effetti che riguardano la società. Diventano così impossibili quelle vacanze settembrine che erano a buon prezzo anche per le famiglie medie Fermiamoci qua. Solo verso l’equinozio, il 21 settembre, la presenza in aula diventa sopportabile e utile. Scommettiamo che il 9 mattina molti ragazzi accuseranno mal di pancia per non avere avuto neppure il tempo per fare i compiti delle vacanze? Quali sono i motivi di queste scelte? Si dice che i bambini di settembre con i genitori impegnati al lavoro, restano abbandonati a se stessi… Ma ci sono i nonni e soprattutto ci sono i «Centri estivi di ricreazione» o «Grest». I ragazzi sono felici di frequentarli perché vi alternano compiti, ripassi, giochi nei prati o campi sportivi. Questi centri sono organizzati da società sportive o da cooperative di giovani, o da volontari e spesso da parrocchie.

Non è più il momento per pensare che si vogliano ostacolare i Grest per questo motivo. Piuttosto pare che il ritorno anticipato a scuola sia un modo per fare lavorare gli insegnanti e fare così aumentare il «Prodotto Interno Lordo». C’è un rimedio. Gli insegnanti possono tornare al lavoro per una «prescuola» o «recupero» degli studenti e alunni meno preparati. O meglio possono e devono frequentare ora i cosiddetti «corsi di aggiornamenti», obbligatori.

Oggi gli insegnanti devono frequentare in modo obbligatorio questi corsi di aggiornamento durante l’anno scolastico, dopo ore e ore di fatica in classe, spesso tra le 17 e le 20 di sera, quando a casa sono attesi da figli e mariti. Ma questa è la «famiglia», grande trascurata nella nostra società. Per quest’anno c’è poco tempo per rimediare, anche se c’è sempre la possibilità di un rinvio… L’anno prossimo rimedieremo?

Nereo LiveraniFirenze

Caro Nereo, in realtà in Toscana la prima campanella del nuovo anno scolastico suonerà l’11 settembre, ma questo non rende vano il tuo ragionamento. Nonostante le proteste delle categorie economiche che chiedevano di posticipare l’inizio a lunedì 16 settembre, l’assessore regionale all’istruzione Stella Targetti è stata irremovibile, motivando questa sua ostinazione con i tre giorni di rodaggio necessari a Comuni e scuole per poter partire a regime proprio dal 16 settembre. A onor del vero bisogna riconoscere che i vincoli posti dalla legge sono piuttosto rigidi: 205 giorni di lezione, con un minimo di 200 perché l’anno possa essere considerato valido. A meno di non ridurre ponti e vacanze di Natale e Pasqua, se si inizia tardi in settembre lo si sconta poi a giugno e le considerazioni meteorologiche o turistiche sono grosso modo le stesse. Nella vicina Emilia Romagna si parte il 16 e poi le scuole sono libere di decidere come vogliono (purché rispettino i 205 giorni di lezione). Anche in Liguria si inizia il 16, ma si finisce tre giorni dopo nel giugno 2014. Ma c’è anche chi sta peggio della Toscana: in Piemonte si inizia martedì 10 settembre, in Molise il 9. In questa decisione, che ormai da diversi anni è di competenza regionale (decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, art. 138, comma d), non c’entrano considerazioni sul lavoro dei docenti e sul prodotto interno lordo. Fu fatto per «adeguare» l’Italia agli altri paesi occidentali, dove le vacanze estive erano meno lunghe che da noi. C’è da chiedersi se oggi gli studenti escano più preparati di quelli che iniziavano il 1° di ottobre. Io non ne sono convinto.

Claudio Turrini