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Ue-Africa. Juncker: Europa non dà lezioni, rilancia alleanza

L'Europa non vuole dare lezioni a nessuno: ad Abdijan si vuole rilanciare un partenariato tra pari. Questo il nucleo del discorso del presidente della Commissione europea Jean-Claude Junncker, intervenuto ad Abidjan al vertice tra Unione europea e unione africana, che ha luogo ogni tre anni dal 2007.

Juncker, riporta il sito web della Commissione, lo ha ribadito ben due volte per sottolineare che vuole prendere le distanze da un certo atteggiamento dominante seguito in passato da tanti Paesi del Vecchio continente. Per convincere la platea, Juncker ha ricordato che il Piano per gli investimenti Ue per lo sviluppo mobiliterà 44 miliardi di euro da qui al 2020, «specificamente ed essenzialmente per l’Africa». «Noi proponiamo di investire nei settore del futuro come le fonti rinnovabili. Ma non è l’Europa che detta le regole – ha tenuto a precisare – sarà l’Africa a scegliere». Il capo della Commissione non rinuncia però a incoraggiare in questa direzione i leader africani presenti, ricordando che «l’iniziativa di cooperazione nelle rinnovabili che abbiamo avviato a Parigi nel 2015, ci ha permesso di realizzare 19 progetti da 4,8 miliardi di euro in investimenti».

Juncker nel suo discorso ha toccato anche altri ambiti, come il settore agricolo, la cui espansione a suo dire è frenata dall’incapacità dei piccoli agricoltori di sopportare la competizione dei colleghi europei, mentre vari ostacoli impediscono alle imprese europee di accedere ai mercati africani. «Dobbiamo porre rimedio a tutte queste debolezze», ha detto Juncker. A proposito della crescita, il presidente ha ricordato che il Pil dei Paesi europei negli ultimi dieci anni è aumentato molto lentamente allorché il tasso di incremento dei Paesi africani «é impressionante». Tuttavia le diseguaglianze in Africa sono ancora troppo forti, ha sottolineato Juncker. «Ma potrei muovere la stessa critica anche all’Europa, perché le disparità avvengono ovunque» ha concluso il presidente della Commissione. «Il nostro compito però è di ridurle».