Opinioni & Commenti

Dalla sconcertante vicenda del parroco di San Terenzo un monito per tutti

Quello che ha compiuto don Piero Corsi, parroco di San Terenzo di Lerici in Liguria, è un gesto riprovevole. L’avere affisso in bacheca, fuori dalla chiesa parrocchiale, un testo dove si sostiene che possano essere anche le donne, con i loro comportamenti e i loro abbigliamenti, a provocare violenza e abusi da parte degli uomini, è un fatto gravissimo di cui la prima responsabilità deve ricadere su chi quel testo lo ha pensato, lo ha scritto e lo ha messo in rete su «Pontifex» (un sito on line purtroppo non nuovo a queste sortite) con il titolo «Le donne e il femminicidio, facciano sana autocritica. Quante volte provocano?».

«In nessun modo – come ha detto il vescovo di La Spezia – può essere messo in diretta correlazione qualunque deprecabile fenomeno di violenza sulle donne con qualsivoglia altra motivazione, né tantomeno tentare di darne una inconsistente giustificazione». Ma oltre agli aberranti concetti espressi e all’offesa a tutte le donne e a tutte le persone di buon senso, «Pontifex» e don Corsi hanno fatto un danno a tutti i cristiani proprio nei giorni del Natale. L’informazione religiosa (dalla Terra Santa al Papa alle singole diocesi) è passata in secondo piano di fronte a questa vicenda inquietante alla quale sono state dedicate persino le aperture di alcuni tg nazionali. Il danno è stato reso ancor più grave dal dibattito senza controllo che si è scatenato in particolare sui social network dove abbiamo letto di tutto, comprese accuse infamanti nei confronti del Papa, dei vescovi, dei preti e dei cattolici in generale.

Facendo di tutta l’erba un fascio, si è risvegliato un anticattolicesimo preoccupante, al limite dell’intolleranza, che deve far riflettere coloro che rivendicando la propria libertà di pensiero non rispettano quella degli altri. Ma deve far riflettere anche noi credenti per quello che a volte pensiamo e per l’immagine di Chiesa che troppo spesso diamo all’esterno.

A.F.