Toscana

30 anni fa lo scandalo metanolo: più qualità e primato export per vigneti toscani. Ma il consumo scende ancora

Solo negli ultimi cinque anni, in Toscana, i consumi di vino sono crollati dell’11,8%. E’ quanto affermano la Coldiretti e la Fondazione Symbola sulla base del Dossier “Accadde domani. A 30 anni dal metanolo il vino e il made in Italy verso la qualità”.

Il risultato è che la quantità di vino Made in Italyconsumato all’interno dei confini nazionali è risultata addirittura inferiore a quella nel resto del mondo. In Italia si beve meno, ma si beve meglio con il vino che si è affermato nel tempo come l’espressione di uno stile di vita “lento” attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi in alternativa agli eccessi.

La Toscana, nello scacchiere nazionale, è la sesta regione produttrice di vino con il 57% della produzione a denominazione di origine controllata, con ben 42 etichette, 6 DOCG e 36 DOC. Negi ultimi sei mesi l’export di vini toscani è cresciuto del 21% rispetto all’anno prima sfiorando i 650milioni di euro.

“Lo scandalo metanolo – spiega Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti – è ormai un capitolo archiviato: oggi una bottiglia su cinque venduta nel mondo è italiana e i nostri vini si sono riabilitati nei confronti del consumatore. La sfida, per tutti noi, è quella di rafforzare e difendere le posizioni acquisite combattendo la concorrenza sleale dei produttori internazionali”.

A preoccupare Coldiretti sono “anche i tentativi – spiega Antonio De Concilio, Direttore Coldiretti Toscana – di minare la distintività delle produzioni, come dimostra la recente discussione comunitaria sulla liberalizzazione dei nomi dei vitigni fuori dai luoghi di produzione. Per fortuna, quel tentativo di scippo, è stato al momento sventato”. Altra battaglia senza quartiere sarà quella della “semplificazione nel percorso dalla vigna alla bottiglia. La burocrazia è uno dei punti deboli del nostro paese e nei confronti del quale è indispensabile intervenire per mantenere leadership agroalimentare”.

Il 73% dei consumatori di vino lo bevono in casa, prevalentemente durante i pasti, apprezzando in otto casi su dieci più il vino rosso rispetto al bianco o alle bollicine che invece sono preferiti da chi lo consuma fuori casa per il 62%, secondo una recente indagine dell’Osservatorio vino dalla quale emerge che cresceranno di oltre l’8% i consumi di vino al ristorante nei prossimi due anni, per lo più al bicchiere, dove avranno la meglio le etichette locali o regionali per il 94,5% dei consumatori.