Toscana

CARD. MARTINO: NECESSARIA RIFORMA ONU; POTENTI LOBBIES CONTRO PAPA E CHIESA

La Santa Sede “esige” una riforma dell’Onu, anche se “non interviene nel entra nel dettaglio delle proposte” avanzate per realizzarla. A ribadirlo è stato oggi il card. Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, rispondendo oggi alle domande dei giornalisti, nel corso della conferenza stampa del volume “Giovanni Paolo II e le sfide della diplomazia pontificia”, un’antologia degli scritti del Papa in materia dal 1978 al 2003..

“Il Papa, nel Messaggio per la Giornata della Pace di quest’anno – ha ricordato il porporato – ha parlato molto a favore di una riforma delle Nazioni Unite”, anche per quanto riguarda la Santa Sede, finora Osservatore permanente all’Onu. “L’assetto presente è quello scaturito dopo la seconda guerra mondiale”, ha aggiunto Martino: ”La Santa Sede si limita a dire che è necessaria una riforma, il come realizzarla dipende dai singoli membri”.

Nel Consiglio di Sicurezza, ad esempio, per l’esponente vaticano è opportuno che “ci sia migliore rappresentatività, visto che la composizione a 15 membri è stata ritoccata negli anni sessanta, e che in oltre 40 ani i membri delle Nazioni Unite sono arrivati a 191. E’ logico, quindi, che si esiga una riforma: la Santa Sede esorta a fare questa riforma, ma non entra nel dettaglio delle proposte”. Quanto al libro del Papa, che è una raccolta dei testi papali in materia dal 1978 al 2003, Martino lo ha definito “una illuminante strategia per l’azione, presente e futura, della Chiesa nella società”, a partire dall’attenzione ai diritti umani e dalla proposta di “un umanesimo integrale, aperto al trascendente”.

Quello di Giovanni Paolo II, ha aggiunto mons. Pietro Parolin, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati, è un “attivismo morale più vigoroso di quello dei sui predecessori”, teso a “far accettare la legittimità della questione morale in seno ai dibattiti secolari”. Per mons. André Dupuy, nunzio apostolico in Venezuela, lo “stile del Papa” indica che “la diplomazia possiede un’alta rilevanza etica, tale da non potersi mai permettere di transigere con la verità”. Se le voci del Papa e della Chiesa sono oggi “poco ascoltate”, è a causa dell’azione di “potenti lobbies culturali, economiche e politiche”: una sorta di “nuove santi inquisizioni piene di soldi e di arroganza”, mosse “dal pregiudizio verso tutto quello che è cristiano”, ha denunciato il card. Martino. Soffermandosi sulle “ambiguità presenti oggi nelle rivendicazioni dei diritti dell’uomo”, Martino ha fatto notare che “le voci del Santo Padre e della Chiesa cattolica sono poco ascoltate, soprattutto negli ambienti continentali dei paesi ricche e benestanti, quando addirittura non vengono deliberatamente fatte sparire, sommergendole nel frastuono e nel baccano orchestrati da potenti lobbies culturali, economiche e politiche mosse prevalentemente dal pregiudizio verso tutto quello che è cristiano”. “A finire sul banco degli imputati di queste lobbies”, che l’esponente vaticano ha definito “nuove sante inquisizioni piene di soldi e di arroganza”, è “soprattutto la Chiesa cattolica e i cristiani verso i quali ogni metodo è lecito se serve a zittirne la voce; dall’intimidazione al disprezzo pubblico, dalla discriminazione culturale all’emarginazione”. Martino ha citato in particolare la “disinvolta e allegra maniera con cui queste lobbies promuovono tenacemente la confusione dei ruoli nell’identità di genere, sbeffeggiano il matrimonio tra uomo e donna, sparano addosso alla vita fatta oggetto delle più strampalate sperimentazioni”. Interpellato dai giornalisti sugli esempi concreti dell’azione di lobby, Martino non si è riferito direttamente al “caso Buttiglione”, ma si è scagliato contro quella “democrazia mistificata” che si basa sull’assioma “se non sei d’accordo con noi, esci fuori”. “Non dobbiamo meravigliarci di casi come quelli avvenuti in Europa”, ha poi commentato concordando con quanto affermato dal card. Sodano nei giorni scorsi, quando ha espresso la “preoccupazione” della Santa Sede per simili episodi. Sir