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EUROSTAT: POPOLAZIONE UE, DAL 2015 PIU’ DECESSI CHE NASCITE

Nel periodo compreso fra il 2008 e il 2060 “il numero annuale delle nascite nell’Ue27 dovrebbe continuare a diminuire, mentre nello stesso tempo il numero dei decessi continuerà a crescere. A partire dal 2015, il totale dei decessi supererà quello dei nati, il che segnerà la fine della crescita demografica mediante il saldo naturale”. Eurostat, l’ufficio statistico della Commissione europea, rende noti i risultati di una ricerca sulla popolazione negli Stati membri per il prossimo mezzo secolo. Trattandosi di stime di lungo periodo, i ricercatori stessi avvisano che “questi dati devono essere trattati con prudenza”. Ciò non di meno, lo studio conferma che la popolazione europea continuerà a invecchiare e che il futuro demografico del continente sarà sempre più affidato alle migrazioni. Secondo Eurostat, i cittadini comunitari passeranno dagli attuali 495 milioni a 521 milioni nel 2035, per poi cominciare a diminuire costantemente fino ai 506 milioni del 2060. Per quanto riguarda l’età, le persone di oltre 65 anni passeranno dagli attuali 17% al 30% nel 2060, mentre gli ultra ottantenni passeranno dal 4 al 12% del totale. Lo studio demografico di Eurostat riguardante l’Ue27, presentato oggi a Bruxelles, riconosce che “grandi differenze si dovrebbero constatare” fra gli Stati membri. “Tra il 2008 e il 2060 la popolazione dovrebbe aumentare in 13 paesi e diminuire in 14”. Gli aumenti più rilevanti sono attesi per Cipro (+66%), Irlanda (+53%), Lussemburgo, Regno Unito, Svezia. Il “declino maggiore” dovrebbe invece essere ravvisato in Bulgaria (-28%), Lettonia (-26%), Lituania, Romania e Polonia. Secondo gli esperti dell’ufficio statistico Ue, “nel 2060 gli Stati membri con la popolazione più numerosa dovrebbero essere il Regno Unito (77 milioni di abitanti), la Francia (72 milioni), la Germania (71), l’Italia (59) e la Spagna (52)”. Diminuendo le culle e crescendo la speranza di vita media, la popolazione invecchierà ulteriormente: un processo previsto per tutta l’Europa ma diversamente ripartito anche in funzione dei flussi migratori in entrata e in uscita. Per tale ragione si prevede che gli ultra 65enni varieranno dal 23% in Lussemburgo, al 25% nel Regno Unito e in Danimarca, fino a oltre il 35% in Polonia, Slovacchia e Romania.Sir