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IRAN, IN 47 MILIONI AL BALLOTTAGGIO PER ELEGGERE NUOVO PRESIDENTE

Si svolge oggi in Iran il ballottaggio per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica islamica, che rimarrà in carica per i prossimi 4 anni. Il voto si presenta incerto e vede confrontarsi un moderato (che forse potrà contare sull’appoggio di una parte dei riformisti, usciti nettamente ridimensionati dal primo turno) e un ultraconservatore con molti sostegni nella capitale, dove è sindaco. Il candidato moderato è l’ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani, 70 anni, deciso a favorire un’apertura economica e politica del Paese, come vorrebbero le classi più alte della società iraniana, spaventate dal pericolo di un ritorno verso un islamismo radicale, di cui è invece propugnatore la grande sorpresa del primo turno, il sindaco di Teheran, Mahmoud Ahmadinejad, simpatizzante del cosiddetto ‘comunismo islamico’ che ha caratterizzato i primi anni della Repubblica khomeiniana, basata sulla nazionalizzazione dei principali apparati produttivi, e sostenuto dalle gerarchie religiose più conservatrici.

Al primo turno, nessuno dei due candidati si è neppure minimamente avvicinato alla soglia della maggioranza assoluta (nella storia dell’Iran contemporaneo non si era mai arrivati a un ballottaggio per l’elezione di un capo dello Stato): Rafsanjani ha ottenuto al primo turno il 21% dei voti, Ahmadinejad il 19,5%.

Alle urne sono chiamati oggi 47 milioni di cittadini di almeno 15 anni (su 67 milioni di abitanti); nel primo turno l’affluenza è stata tra le più basse in assoluto, con solo il 63% dei votanti: peggio avvenne solo nel 1993, quando solo il 51% degli aventi diritto si recò alle urne per eleggere proprio Rafsanjani. Quest’ultimo, se dovesse vincere, otterrebbe il suo terzo mandato (è già stato presidente nel 1989-1993 e nel 1993-1997; ogni capo dello Stato può essere eletto al massimo per due mandati consecutivi).Misna