Toscana

Imprese toscane: distretti col turbo. Nel 2017 +1 mld export

A testimoniarlo è un’analisi del monitor dei distretti della Toscana realizzato dalla direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo per la banca Cassa di Risparmio di Firenze. Ben 14 delle 18 realtà setacciate hanno registrato un progresso delle esportazioni.

A distinguersi è stato, specialmente, il comparto della moda con la pelletteria e le calzature di Firenze: +357 milioni di export, +10,4%. Altrettanto bene, ma con una crescita più modesta in valore assoluto, il trend per la pelletteria e le calzature di Arezzo (+150,8 milioni, +32,7%), l’abbigliamento di Empoli (+131,8 milioni; +10,7%) e l’oreficeria di Arezzo (+99,6 milioni; +5,5%).

Anche i distretti del settore dei beni intermedi della moda si sono confermati vivaci con il tessile e abbigliamento di Prato (+68,7 milioni; +4,1%), la concia e calzature di S. Croce (+26 milioni; +2,9%) e il tessile e abbigliamento di Arezzo (+64,8 milioni; +22,2%). In espansione anche l’agroalimentare e le immatricolazioni di caravan (+12%) e il distretto dei camper che ha visto un aumento del 33%.

Unico dato stonato il calo del calzaturiero lucchese di oltre 23 milioni: -11%. Inoltre, con 700 milioni di vendite all’estero e ricavo per 1,8 miliardi un ruolo sempre più centrale viene occupato dal polo farmaceutico toscano. «Le esportazioni distrettuali tornano a crescere nel 2017 a un ritmo sostenuto, tanto che la Toscana si posiziona come seconda regione per variazione assoluta, dietro alla Lombardia», osserva Luca Severini, direttore generale di Cr Firenze e direttore regionale di Intesa San Paolo.