Toscana

Sanità: Mugnai (Pdl), «La nostra Regione fuori dalla rosa delle migliori»

Toscana fuori dalle Regioni «benchmark» per costi e servizi del sistema sanitario. Il ministro per la salute Beatrice Lorenzin ha annunciato ieri la rosa delle cinque Regioni tra cui verranno individuate le tre i cui standard saranno modello per tutti i sistemi regionali: prima l’Umbria, che entra di diritto nella terna, poi in ordine Emilia-Romagna, Marche, Lombardia e Veneto.

«E’ la fine della leggenda made in Rossi che proponeva la sanità toscana come modello per tutte le altre. Altro che storie – commenta il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (Pdl) – qui la Toscana resta beatamente al palo insieme alla Basilicata, tanto per dire, o alla Campania. O al Lazio delle voragini da cui oramai, Massa insegna, pare non abbiamo più nulla da imparare».

Ma come avranno fatto queste cinque Regioni a ricevere la palma d’oro ministeriale? Mugnai è andato a vedere: «Hanno applicato i provvedimenti che il Pdl da anni suggerisce alla giunta toscana, ma che Rossi e gli assessori alla sanità che si sono succeduti non hanno mai voluto mettere in pratica, talvolta malgrado indirizzi unanimi del Consiglio regionale come nel caso dell’accorpamento degli Estav».

Propaganda? Macché. Sfogliare carte per credere: «L’Umbria? Tanto per cominciare – racconta un Mugnai semisepolto da delibere, link, saggi, studi e articoli di giornale – all’inizio del novembre 2012 ha preso e si è dimezzata le Asl, passando d’un colpo da 4 a 2. E le Marche? A parte il fatto che già hanno una sola Azienda sanitaria, lì stanno attuando una riforma del sistema sanitario che punta, cito da un loro documento ufficiale, a “tagliare costi impropri e burocratici e incrementare i servizi diretti ai cittadini”. Poi ci sono Emilia Romagna, Lombardia e Veneto che dal 2011 in qua, in ordine sparso, hanno istituito una centrale unica regionale per gli acquisti sanitari e talvolta non solo, proprio come noi vorremmo si facessi qui con gli Estav. Non solo: dal 1997 la Lombardia ha anche scelto di fondare il proprio sistema sanitario sulla parificazione pubblico-privato accreditato, secondo un processo che adesso fa del segmento della sanità privata circa un terzo del sistema a fronte del nostro 3% appena».