Vita Chiesa

Card. Tauran: in Algeria il Papa incoraggia dialogo cristiani-musulmani

«Sant’Agostino unisce le due sponde del Mediterraneo; è un pensatore, un genio: ci sono poche persone che hanno la dimensione di quell’uomo! La cosa che mi ha sempre impressionato è pensare che ha scritto tra le più belle pagine di teologia mentre la città di Ippona era assediata: lui si prodigava per i rifugiati, allo stesso tempo; era un pastore che seguiva la vita quotidiana dei suoi fedeli. Direi che il grande apporto di sant’Agostino è questo: che non c’è opposizione tra fede e ragione». Lo dice in un’intervista a Radio Vaticana il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, in questi giorni in visita in Algeria come inviato speciale del Papa per le celebrazioni dei 100 anni della basilica di sant’Agostino ad Annaba. Al porporato Papa Francesco ha affidato un suo messaggio. «La Lettera che il Papa mi ha indirizzato parla del dialogo interreligioso, ovviamente, e della gratitudine della Chiesa cattolica per la comprensione e la generosità, anche, dei musulmani, perché le autorità hanno collaborato anche economicamente al restauro di questa bellissima chiesa», racconta il cardinale. La basilica di sant’Agostino «ricorda a tutti che siamo fatti per vedere Dio: e questo è un segno molto potente, soprattutto in un Paese musulmano dove la preghiera svolge un ruolo importante».

«Io personalmente credo molto in questi piccoli gesti della vita ordinaria e quindi anche nei pellegrinaggi, perché tessono rapporti umani molto più profondi che non a livello commerciale o turistico – prosegue il cardinale -. E lì io penso che le nostre chiese debbano essere sempre aperte per accogliere chi vuole trovare un po’ di silenzio per pensare, per pregare, per ricordare ai concittadini che l’uomo non vive di solo pane». Alla domanda su come il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso può contribuire al dialogo tra cristiani e musulmani in Algeria, il cardinale risponde: «Il Pontificio Consiglio ha come scopo di favorire e coordinare iniziative, perciò noi abbiamo soprattutto contatti con la Conferenza episcopale, con i vescovi locali perché il dialogo non si fa a via della Conciliazione: il dialogo si fa sul terreno. Quindi, in Algeria, nelle parrocchie e questo dialogo della vita è molto importante: vivere insieme, confrontati con gli stessi problemi, con le stesse difficoltà, come credenti». «Io penso che questa spontaneità nei rapporti – conclude il porporato – sia la base di ogni dialogo e il dialogo interreligioso si basa sempre sull’amicizia: ci si deve conoscere, amarsi vicendevolmente e fare un pezzo di strada insieme».