Vita Chiesa

Concistoro, card. Kasper: «Non si possono deludere le attese»

Rispondendo oggi ai giornalisti a margine di un convegno internazionale della Comunità di Sant’Egidio in corso a Roma, il cardinale ha detto che alla Chiesa serve «più sinodalità. Non si può fare tutto da Roma. Si deve ascoltare e solo alla fine deve decidere il Papa. Ma prima bisogna ascoltare. E questa sinodalità mi pare sia molto importante per prendere sul serio le decisioni e le opinioni degli altri». Riguardo al Sinodo sulla famiglia e ai questionari che dalla Santa Sede sono stati inviati in tutto il mondo, il cardinale ha detto che proprio «tramite il questionario» il popolo «è ascoltato». Il porporato tedesco ha quindi detto di conoscere solo i risultati dei questionari della Germania, della Svizzera e dell’Austria ma «sarebbe comunque importante sapere che cosa pensano gli africani o gli asiatici».

«Difficile» dire come poter navigare in mezzo a tante voci e opinioni. «Dobbiamo ritenere la sostanza della dottrina – ha osservato il cardinale – ma le applicazioni possono essere un po’ diversificate perché le culture sono tante diverse e penso che il matrimonio ma anche tutta la vita cristiana è un cammino e l’ideale cristiano è spesso un punto di arrivo e non un punto di partenza. Anche i santi non sono caduti dal cielo. Hanno fatto un cammino ed è compito della Chiesa accompagnare e consigliare il popolo su questo cammino». Pertanto la dottrina, ha proseguito Kasper, non è come un lago stagnante. Anche la tradizione è viva, è un torrente. E le esperienze del popolo di Dio devono essere rispettate».

Il cardinale ricorda quindi l’immagine di una Chiesa con le porte aperte. «Questo è il messaggio di questo Papa che spinge la Chiesa ad andare fuori, ad uscire, nelle periferie, non soltanto delle città ma anche nelle periferie dell’esistenza umana». Poi facendo riferimento alla parabola del Buon Samaritano ha detto: «La Chiesa deve essere un po’ come il Samaritano anche nell’ospedale che è la famiglia. Deve cioè guarire le ferite che ci sono e aiutare». E di fronte a tanti fallimenti di matrimoni ha osservato: «Per me non è immaginabile che se uno cade in un buco, per lui non c’è alcuna uscita. Questa immagine non è conciliabile con la misericordia. C’è un’uscita per colui che si pente e si converte. Ma un buco senza uscita è per me impossibile». Dunque «c’è una seconda chance se la persona è aperta».