Vita Chiesa

Così Benedetto XVI festeggerà i suoi 90 anni

«Ci sarà un piccolo momento di festa adatto alle sue forze. Questo momento sarà a Pasquetta, un giorno dopo il compleanno, con una modesta festa alla bavarese, con una piccola delegazione dalla Baviera e con la presenza degli Schützen. Sarà presente anche il fratello Georg, il dono più bello per questo giorno». Così Benedetto XVI festeggerà i 90 anni che compirà il 16 aprile, nello stesso giorno in cui, quest’anno, viene celebrata la Pasqua. A svelare al Sir i dettagli è monsignor Georg Gänswein, prefetto della Casa Pontificia e segretario particolare di Benedetto XVI. Con l’arcivescovo ci soffermiamo anche sull’«impegno al quale Papa Benedetto si dedica giorno per giorno, volentieri e con tutto il cuore».

Eccellenza, subito alcune curiosità: come sta Papa Benedetto? Come sono le sue condizioni di salute? Le sue giornate sono ancora scandite dalla preghiera e dallo studio?

«Per un uomo della sua età sta bene. È sereno, di buon umore, lucidissimo. Certo le forze fisiche diminuiscono. Nel camminare fa fatica, perciò usa un deambulatore che gli garantisce autonomia nel movimento e sicurezza. Le giornate sono ben scandite, come da sempre: preghiera, meditazione, lettura, studio, corrispondenza; ci sono anche visite, la musica ha certamente il suo posto insieme alla passeggiata quotidiana».

Come festeggerà il compleanno?

«Per il 90° compleanno non ci saranno festeggiamenti particolari. Vorrebbe fare solo un piccolo momento di festa adatto alle sue forze. Questo momento ci sarà a Pasquetta, un giorno dopo il compleanno, con una modesta festa alla “bavarese”, con una piccola delegazione dalla Baviera e con la presenza degli “Schützen”. Sarà presente anche suo fratello Georg, il dono più bello per questo giorno».

Pensando ai 90 anni di Benedetto, vengono in mente le figure dei patriarchi, la cui longevità è vista come segno della benedizione di Dio…

«Infatti è così, ma d’altra parte non dimentichiamo ciò che ci dice il Salmo 90: “Gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per i più robusti … passano presto e noi voliamo via”».

C’è anche un’altra immagine biblica che può essere evocata, rileggendo la rinuncia al soglio pontificio e la scelta di vivere in preghiera nel Monastero «Mater Ecclesiae». È quella di Mosè che prega con le braccia elevate nella lotta contro Amalèk: «Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lascia cadere, prevaleva Amalèk» (Es 17,11).

«Benedetto spesso ha parlato del primato della preghiera, senza la quale tutto l’impegno dell’apostolato e della carità si riduce ad attivismo. Questo vale anche e anzitutto per il governo della Chiesa universale. Proprio nel momento della rinuncia si sentiva chiamato a “salire sul monte”, a dedicarsi ancora di più alla preghiera e alla meditazione per sostenere in questo modo la Chiesa e il suo successore sulla cattedra di Pietro. È un impegno al quale si dedica giorno per giorno, volentieri e con tutto il cuore».

Sono riflessioni che conducono nell’intimità del Papa emerito. Ma quanto è stato compreso, negli anni, l’uomo e il sacerdote Joseph Ratzinger? Sotto continui attacchi durante il Pontificato, ma anche prima come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, e ora strumentalizzato in un’ipotetica polemica con Francesco: è così?

«Ha ragione. Gli attacchi non sono mancati né prima al cardinale Ratzinger da prefetto della Congregazione per la dottrina della fede né dopo a Papa Benedetto. Devo dire che egli  non si è lasciato provocare, tanto meno intimidire da reazioni ostili o, persino, denigratorie. Difendere la verità della fede, difendere la Chiesa – importune opportune – ha il suo prezzo. In sincerità ci si dovrebbe domandare se le critiche alla persona e all’operato fossero fondate e convincenti. C’è stato un miscuglio d’incomprensione e aggressione, mai del tutto chiarito. Infine, creare e nutrire “ex post” ipotetiche polemiche fra Papa Francesco e il suo predecessore è un gioco troppo superficiale e scorretto. Le polemiche piacciono al mondo mediatico per “salare” osservazioni o affermazioni, ma non s’interessano se le informazioni corrispondano alla realtà o meno. La polemica ama strumentalizzare, ma non serve per offrire informazioni e aiutare nella comprensione della realtà».

Forse uno degli spunti più interessanti di una visione comune con Francesco è nel rapporto Chiesa universale-Chiese particolari?

«Al riguardo non vedo alcuna differenza fra Papa Francesco e il Papa emerito».

Non c’è, dunque, alcuna contrapposizione con Francesco?

«Prendendo atto di ciò che producono i mass-media non è possibile che non ci si accorga che ogni tanto si vogliono operare queste contrapposizioni. È fin troppo ovvio per quali motivi si creano dal nulla tali contrasti».

Eccellenza, lei è a contatto con Benedetto XVI da oltre 20 anni: qual è il più grande insegnamento ricevuto? E cosa sente di augurargli per i 90 anni?

«Ce ne sono tanti. Sento una grande gratitudine nei suoi confronti e gli auguro che il Signore gli mantenga la pace dell’anima e la gioia del cuore».