Vita Chiesa

Il vino secondo la Bibbia

di Riccardo Bigi

Il vino che allieta il cuore dell’uomo»: un titolo insolito, per una lettera del vescovo ai fedeli della sua diocesi. In realtà si tratta di una citazione biblica (dal Salmo 104) a sottolineare il fatto che la bevanda occupa, nella Bibbia, un posto importante. Ma non è solo questo il motivo per cui il vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello, Mario Meini, ha scelto proprio il vino come argomento del messaggio inviato in questi giorni alla sua Chiesa. Intorno al tema del vino si possono fare riflessioni storico-religiose ma anche riflessioni culturali e sociali di grande attualità.

Come mai ha scelto questo tema?«In realtà l’idea è nata da una chiacchierata con il Prefetto, che mi ha illustrato tutti i rischi legati all’abuso di alcol, che riguardano purtroppo sempre di più i giovani. Da qui la richiesta che la Chiesa, una delle poche istituzioni ancora ritenute credibili, facesse sentire la sua voce. Ne ho parlato con i sacerdoti, perché ognuno si facesse carico di trasmettere questo messaggio. Da parte mia, ho pensato che il solito predicozzo non sarebbe servito a niente. Ho voluto invece scrivere qualcosa che sottolineasse il valore positivo del vino, che per un territorio come il nostro è una ricchezza importante. Senza dimenticare però che anche una cosa buona, usata senza moderazione, può diventare dannosa».

Non c’è dubbio che per la sua Diocesi, e per l’intera Toscana, il vino sia una ricchezza. Una ricchezza economica, ma anche culturale…

«Certo: ho voluto rivolgermi ai viticoltori della mia diocesi, dove il vino dà lavoro a tante persone. Qui si producono il Bianco di Pitigliano, il Morellino di Scansano, tanto per citare i vini più celebri. Ma l’importanza del vino non è solo economica: il vino è una realtà molto importante nella cultura della nostra regione. Il vino è il simbolo stesso della festa, dello stare insieme, del condividere: non c’è tavolata che non abbia al centro una buona bottiglia. E non a caso quando si accoglie qualcuno in casa, la prima domanda è “cosa ti offro?”»

E poi c’è l’aspetto religioso, che lei mette in luce nella sua lettera…

«Per un viticultore, se è cristiano, la massima speranza è che una parte di quel vino che produce arrivi sull’altare. Il vino così, da semplice bevanda, diventa sangue di Cristo: è il miracolo più bello, culmine di tutta la vita cristiana. Ma il vino è indicato già nell’Antico Testamento come segno di benedizione da parte di Dio, e viene versato durante i sacrifici come segno di lode e ringraziamento. È un dono di Dio “creato per la gioia degli uomini”, come dice il Siracide. E per indicare il massimo della gioia e della prosperità nella Bibbia si dice: “il mio calice trabocca”».

A proposito del vino sull’altare, che caratteristiche deve avere il vino usato nella Messa?

«Fondamentalmente deve essere un vino puro, genuino, “frutto della terra e del lavoro dell’uomo”».

Anche Gesù beveva vino?

«Certo, non solo nell’ultima cena. Il primo miracolo di Gesù è la trasformazione dell’acqua in vino alle nozze di Cana. A Gesù piaceva stare con gli altri, anche a tavola: e questo già ai suoi tempi veniva notato, tanto che qualcuno usava questo argomento per criticarlo. E lui rispondeva: Giovanni Battista non vi andava bene perché digiunava sempre, io perché mangio e bevo… Possiamo dire, in generale, che Gesù è il migliore esempio dell’uso saggio, intelligente, festoso del vino».

La Bibbia però mette anche in guardia dai rischi legati al vino.

«Bevuto senza moderazione, il vino porta all’ubriachezza. La Bibbia descrive con parole molto precise l’aspetto e il comportamento di chi, ubriacandosi, perde ogni controllo e ogni dignità, traballa, ha la mente annebbiata. Purtroppo sono descrizioni ancora attuali: anche oggi può capitare di vedere scene simili. Vedere qualcuno ubriaco è uno spettacolo bruttissimo; soprattutto un giovane e ancora di più una giovane donna che dovrebbe essere il simbolo stesso della bellezza, dello stile. Può sembrare eccessivo dirlo ma secondo me l’alcolismo è una piaga peggiore anche della droga, perché è più diffuso ed è alla portata di tutti: molto spesso lo “sballo” inizia proprio dall’eccesso del bere».

E lei, che rapporto ha col vino?

«Ho il ricordo di mio padre che aveva qualche vite e faceva il vino, anche se io per la verità ho cominciato a bere da più grande, in seminario a Roma. Quando mangio da solo bevo solo acqua, ma quando sono a tavola in compagnia un bicchiere lo bevo volentieri».

Non è un caso se ha scritto questa lettera proprio a settembre, il mese della vendemmia?

«Settembre è un mese importante per il vino: dalla qualità del raccolto si può capire come sarà il prodotto finale. È anche un mese di feste e sagre, momenti di gioia, momenti in cui far conoscere i prodotti locali. Purtroppo, queste feste diventano spesso anche occasioni di uso eccessivo. All’ubriachezza poi si legano anche altri fenomeni drammatici, come gli incidenti mortali sulle strade. Per questo ho voluto dedicare la lettera a tutti coloro che si impegnano perché il vino sia sempre motivo di festa e non diventi mai causa di pianto».

L’appelloSettembre, mese di vendemmia e feste. Ma anche di «episodi deplorevoli»Si intitola  «Il vino che allieta il cuore dell’uomo» la lettera che il vescovo Mario Meini ha indirizzato in questi giorni alla diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello. Il messaggio raccoglie i brani della Bibbia in cui si parla del vino. Nell’introduzione, però, mons. Meini fa anche un riferimento all’attualità: «Purtroppo le feste per la vendemmia sono spesso segnate da episodi deplorevoli di ebbrezza, che non si limitano poi al tempo della vendemmia, ma si estendono all’anno intero». Il vescovo accenna anche all’eccesso nel bere sempre più diffuso tra i giovani, che si accompagna spesso all’uso di stupefacenti, e alle targedie che l’ubriachezza provoca nelle strade. Il testo integrale della lettera sul sito www.diocesipitigliano.it Cosa dicono le ScrittureIl vino allieta il cuoreSei tanto grande, Signore, mio Dio!Tu fai crescere l’erba per il bestiamee le piante che l’uomo coltivaper trarre cibo dalla terra,vino che allieta il cuore dell’uomo,olio che fa brillare il suo voltoe pane che sostiene il suo cuore. (Salmo 104)Segno di benedizioneSu, mangia con gioia il tuo pane,bevi il tuo vino con cuore lieto,perché Dio ha già gradito le tue opere (Qoelet)Un nemico beffardoIl vino è beffardo, il liquore è tumultuoso;chiunque si perdedietro ad esso non è saggio (Libro dei Proverbi)Non conviene ai reNon conviene ai re bere il vino,né ai prìncipidesiderare bevande inebrianti,per paura che, bevendo,dimentichino ciò che hanno decretato e tradiscanoil diritto di tutti gli infelici.Date bevande inebriantia chi si sente venir menoe il vino a chi hal’amarezza nel cuore:beva e dimentichi la sua povertàe non si ricordi più delle sue pene. (Libro dei Proverbi)Le nozze di canaCome ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto, – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: “Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. (Vangelo di Giovanni)Il calice dell’alleanzaAllo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me. Ogni volta, infatti, che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore, finché egli venga» (Prima lettera ai Corinzi)