Vita Chiesa

In Terra Santa, un viaggio nel segno della pace

«Il pellegrinaggio in Terra Santa? Vivendolo ci si accorge che è davvero una grazia!»  Il vescovo di Grosseto, padre Rodolfo Cetoloni, è da pochi giorni rientrato da Gerusalemme dove ha condotto il pellegrinaggio, promosso dalla Conferenza Episcopale Toscana. Oltre 120 persone si sono messe in cammino, come i pastori e come i magi, per raggiungere i luoghi dove tutti siamo nati alla fede, là dove sono ben radicate le radici del cristianesimo e dove anche se ne colgono i frutti. Per mons. Cetoloni un impegno pastorale, ma anche una gioia grande, la stessa che egli prova ogni volta in cui ha la possibilità di calpestare quei luoghi e di condurci i credenti.

«Questo pellegrinaggio – commenta il Vescovo tirando le somme dell’esperienza vissuta – ha confermato l’opportunità di iniziative di questo genere, indice peraltro della sensibilità forte dei vescovi toscani verso la Terra Santa, che senza dubbio ha favorito la possibilità di pensare ad un pellegrinaggio di tipo regionale, aiutando anche le piccole realtà ad aggregarsi. Il lavoro fatto dagli uffici pastorali della diocesi di Fiesole – continua il vescovo Cetoloni – è stato molto utile e prezioso. Il numero dei pellegrini è stato ottimale per facilitare le relazioni. Al numero dei pellegrini che hanno partecipato con l’organizzazione della Pretoniana Viaggi, va sommato quello di coloro che hanno preso parte al pellegrinaggio gestito dalla Turishav di Firenze e animato dalla Facoltà teologica dell’Italia centrale».

Il pellegrinaggio ha permesso di visitare tutti i luoghi principali della storia della salvezza, in un periodo particolare, quale è quello natalizio, che senz’altro ha aiutato tutti a calarsi con più consapevolezza nel contesto. Anche l’influenza ha fatto capolino, così come il freddo non ha risparmiato, «ma il clima del pellegrinaggio – sottolinea mons. Cetoloni – è stato davvero bello e “caldo”, segnato dalla curiosità, dal desiderio sincero di conoscere, smentendo ancora una volta la paura di recarsi in Terra Santa. È stato possibile incontrare persone e istituzioni molto felici di accogliere pellegrini, sia perché i pellegrinaggi sostengono l’economia, ma soprattutto perché motivano, anche sul piano emotivo, i cristiani che vivono in quelle terre a sentirsi accompagnati, non dimenticati». Sembra che le tensioni internazionali, che sul finire del 2016 hanno caratterizzato anche i rapporti tra Israele e Stati Uniti e il clima di paura generato dagli attentati non abbiano inciso più di tanto sui pellegrini. «Il pellegrinaggio – conferma il Vescovo Cetoloni – prende un ritmo e assume una ricchezza tale, che è capace di trasfigurare davvero le situazioni e di trasformare tutto in preghiera».

L’occasione di trascorrere il capodanno a Gerusalemme ha permesso, poi, di assaporare alcuni momenti in modo diverso. A partire dalla Giornata mondiale della pace: «Il 1 gennaio – racconta ancora il presule – abbiamo potuto celebrare tutti insieme la Messa nel Getsemani e abbiamo distribuito copie del messaggio del Papa per la 50ª giornata per la pace, con quel richiamo alla non-violenza, che in quel luogo assume un senso profondamente evangelico. Come non ricordare, infatti, l’ammonimento di Gesù a Pietro a rimettere la spada nel fodero, che è l’esempio forte di una non violenza praticata dal Signore, che diventa metro anche per noi?»

In occasione del pellegrinaggio, infine, mons. Cetoloni ha potuto anche incontrare mons. Pizzaballa, già Custode di Terra Santa e dal giugno scorso Amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme. Mons. Pizzaballa ha officiato, nelle sede della Società Antoniana di Betlemme, dove si trova il centro anziani, la Messa di ordinazione diaconale di un giovane Frate Minore della Toscana, Andrea Brena, che è commissario per la Terra Santa all’interno della Provincia religiosa dei Frati francescani di Toscana. «Dal colloquio con mons. Pizzaballa – racconta il vescovo Cetoloni – ho percepito il grande impegno che gli è stato chiesto e la complessità della situazione attuale del Patriarcato, che richiede attenzione da parte di tutta la Chiesa e il rafforzamento di una relazione di reciprocità».