Vita Chiesa

Papa Francesco, udienza al Ccee: Card. Erdő, pronti a scendere in piazza per vita e diritti

Erdő era affiancato dai vice presidenti card. Angelo Bagnasco, presidente Cei, e mons. Jozek Michalik, arcivescovo di Przemysl. «Abbiamo portato in dono al Santo Padre un’icona che rappresenta la vergine Maria con il bambino, accanto ai quali sono raffigurati i sei santi patroni d’Europa. Essi rappresentano le diversità di cui si compone» il continente; «si tratta anche oggi di identità differenti – aggiunge il cardinale ungherese – che, prese insieme, costituiscono l’identità europea. L’Europa unita infatti si costruisce non già trascurando o negando le specificità nazionali, ma riconciliando le diversità in un’identità superiore e comune».

Il card. Erdő segnala quindi alcuni prossimi appuntamenti del Ccee, tra i quali il seminario sulla libertà religiosa, organizzato con il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli a Istanbul dal 16 al 18 maggio, nonché l’Assemblea plenaria dei vescovi Ccee, fissata per l’inizio di ottobre a Bratislava, sul tema «Dio e lo Stato. Tra laicità e laicismo». Su questo punto, e più in generale sul rapporto tra fede e politica, il presidente Ccee segnala le molteplici sfide poste oggi alla presenza credente nel vecchio continente, ricorda le situazioni di discriminazione subite dai cristiani, ma anche da ebrei e musulmani in Europa, quindi aggiunge: «Se sarà necessario, siamo pronti a scendere in piazza per difendere i diritti fondamentali e la democrazia». Durante l’incontro con i giornalisti seguito all’udienza con il Papa, Erdő si sofferma sulle ricadute della crisi «che genera povertà crescente», sulle «minacce per via legislativa» alla libertà di credo, sottolinea l’importanza dell’iniziativa «Uno di noi» per la quale è in corso in tutta Europa la raccolta di firme.

L’iniziativa dei cittadini europei «Uno di noi», per la quale è in corso la raccolta di firme in tutta l’Unione europea «per il pieno riconoscimento della statuto dell’embrione umano», e per evitare stanziamenti di fondi Ue per la ricerca che distrugga embrioni, «vedrà domenica 12 maggio una grande mobilitazione» e «una sensibilizzazione in tutte le parrocchie» italiane. Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, interviene a margine dell’udienza del Santo Padre con il Ccee, di cui è vicepresidente, e si sofferma per chiarire i contorni dell’iniziativa e l’appoggio che viene dal mondo cattolico. «Si tratta – prosegue Bagnasco – di difendere la vita in tutte le sue fasi ed espressioni» e in questa direzione «emerge un richiamo alla coscienza umana, non solo cattolica e non solo cristiana». Il cardinale, sollecitato sul rapporto tra etica, fede e politica, argomento della prossima plenaria Ccee, richiama il particolare risveglio «dei giovani, che rispetto agli adulti sono più liberi da schemi ideologici, sono più disponibili a cambiare opinione. Direi inoltre che sono più liberi verso la trascendenza»; «e questa è una positiva premessa per l’Europa futura, che oggi – afferma il card. Bagnasco – fatica a trovare la sua anima più vera».

«La crisi non è solo economica, ma, più in profondità, è crisi etica, antropologica», osserva il card. Angelo Bagnasco durante il confronto con i giornalisti. «Si tratta di una crisi nemmeno solo europea, ma mondiale e globale nel senso che tocca gli aspetti etici, la spiritualità. In questo contesto si può osservare come le difficoltà che si sperimentano anche nella politica derivano da una destrutturazione etica. In tal senso noi, come pastori, cerchiamo di affrontare questi aspetti della crisi in atto». Quindi una osservazione sul rapporto utilità-verità: «La ricerca dell’utile in sé non è negativa, anzi, è positiva quando procede verso il bene comune. Ma l’utile non può prescindere dalla verità e ciascun credente è chiamato a sostenere il gusto della verità in questa permanente contesa con la categoria dell’utile».