Vita Chiesa

Un anno di missione per i sacerdoti candidati al servizio diplomatico

“Integrare nei curriculum di formazione per i sacerdoti candidati al servizio diplomatico della Santa Sede un anno di impegno missionario presso una diocesi delle Chiese particolari, al fine di formarli allo zelo apostolico per andare nei territori di confine, al di fuori della propria diocesi di origine”. È quanto chiede il Papa, in una lettera inviata al presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica, mons. Joseph Marino, rilanciando “il desiderio che i sacerdoti che si preparano al Servizio diplomatico della Santa Sede dedichino un anno della loro formazione all’impegno missionario presso una diocesi”, espresso durante il recente Sinodo sull’Amazzonia.

“Sono convinto – scrive Francesco – che una tale esperienza potrà essere utile a tutti i giovani che si preparano o iniziano il servizio sacerdotale, ma in modo particolare a coloro che in futuro saranno chiamati a collaborare con i rappresentanti pontifici e, in seguito, potranno diventare a loro volta inviati della Santa Sede presso le nazioni e le Chiese particolari”.

“Occorre che i futuri diplomatici della Santa Sede acquisiscano, oltre alla solida formazione sacerdotale e pastorale, e a quella specifica offerta da codesta Accademia, anche una personale esperienza di missione al di fuori della propria diocesi d’origine, condividendo con le Chiese missionarie un periodo di cammino insieme alla loro comunità, partecipando alla loro quotidiana attività evangelizzatrice”, la disposizione del Papa, che chiede al presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica di “arricchire il curriculum della formazione accademica con un anno dedicato interamente al servizio missionario presso le Chiese particolari sparse nel mondo”, già a partire “dai nuovi alunni che inizieranno la loro formazione nel prossimo anno accademico 2020/202”.

Di qui la necessità di avviare “una stretta collaborazione con la Segreteria di Stato e, più precisamente, con la Sezione per il Personale di Ruolo diplomatico della Santa Sede, nonché con i Rappresentanti Pontifici, i quali certamente non mancheranno di prestare un valido aiuto nell’individuare le Chiese particolari pronte ad accogliere gli alunni e nel seguire da vicino tale loro esperienza”.