Pisa

8xMille, i progetti in Toscana: la casa “Misericordia Tua” di Caritas Pisa

Stefano ce l’ha fatta. A settembre si laurea in lettere e ha già sostenuto anche gli esami per ottenere l’abilitazione all’insegnamento. «Il suo è un percorso che è iniziato in carcere ed è passato anche da qui, dato che è stato con noi per diversi mesi» sorride padre Oliviero Cattani, responsabile della fraternità dei dehoniani di Pisa, coordinatore della cappellania carceraria della diocesi e da due anni responsabile di “Misericordia Tua”, la casa d’accoglienza per detenuti ammessi alle pene alternative al carcere o in esecuzione penale esterna. Una struttura voluta dalla Chiesa pisana quale opera segno per celebrare il Giubileo della Misericordia. Ce l’avrebbe fatta pure Mario: l’iscrizione a scuola e un lavoro gli avevano permesso di essere ammesso alle pene alternative, una grande opportunità. «Però non è riuscito o non ha voluto confrontarsi con uno stile di vita diverso da quello che lo aveva condotto in carcere e, dunque, a un certo punto, abbiamo dovuto decidere di allontanarlo dalla casa» spiega padre Cattani. «Un fallimento? Non so se è la parola giusta – continua-: il cambiamento non può essere imposto e la disponibilità del diretto interessato è fondamentale. Il fatto che i percorsi che noi accompagniamo prendano una direzione diversa, e a volte anche in contraddizione, con quella per cui lavoriamo, è un’eventualità concreta, per quanto fortunatamente a noi non sia quasi mai capitato, ed è bene tenerla presente, in modo da poter intervenire con tempestività, anche a tutela degli altri che stanno facendo un percorso simile».Di fantasia ci sono soltanto i nomi. Le storie, invece, sono tutte reali ma per conoscerle bisogna arrivare alle pendici del Monte Pisano e poi salire fino alla ex casa canonica della parrocchia di Sant’Andrea a Lama, comune di Calci e unità pastorale della Val Graziosa, che dal 2018 è diventata «Misericordia Tua», come il motto episcopale di monsignor Alessandro Plotti, per 22 anni arcivescovo di Pisa. Per realizzarla c’è voluto un anno di cantiere e un investimento di circa 300mila euro, oltre la metà dei quali provenienti dai fondi dell’8 per mille alla Chiesa cattolica, e la parte restante da un contributo della Fondazione Pisa e dai fondi raccolti in occasione del Giubileo della Misericordia. La casa si estende su due piani: salotto e cucina a piano terra e le quattro camere e i bagni al primo. «Luoghi come questi sono fondamentali per dare sostanza e concretezza alla funzione rieducativa della pena: anzi a Pisa, ne servirebbe pure una per le donne, dato che qui possiamo ospitare solo uomini. I dati al riguardo sono eloquenti – spiega padre Cattani-: il tasso di recidiva di chi sconta interamente la pena in carcere è del 70%, significa che sette su dieci tornano a commettere reati una volta usciti. Fra chi, invece, è stato ammesso alle pene alternative, la percentuale scende al venti per cento».In questi giorni a «Misericordia Tua» c’è solo Luciano, il custode della struttura. Gli ultimi due ospiti se ne sono andati a inizio giugno. Tornerà a riempirsi fra qualche giorno: «Il prossimo fine settimana arriveranno due detenuti in permesso premio, dato che svolgiamo anche questa funzione per chi non ha un posto in cui tornare, e a fine mese dovrebbe arrivare un’altra persona che è in attesa di ottenere l’affidamento ai servizi sociali» spiega il responsabile della struttura. Inaugurata nell’estate del 2018, la casa di Sant’Andrea a Lama, finora ha accolto in modo continuativo 14 persone tra cui due ai domiciliari, altrettanti con il braccialetto elettronico e tre che, arrivate a fine pena, non avevano un tetto sotto cui riposare. «L’impatto della pandemia, e le conseguenti restrizioni, sicuramente un po’ hanno pesato, ma i numeri sarebbero stati, comunque, contenuti per due motivi – continua -: in primo luogo, i periodi permanenza non sono brevi, dato che si può restare fino a un anno e poi abbiamo scelto di non accogliere più di quattro persone per volta, anche se la casa avrebbe otto posti, per evitare un affollamento eccessivo e per tutelare la privacy degli ospiti e non farli dormire in camere doppie. Preferiamo, invece, che ciascuno degli ospiti abbia la sua stanza e si assuma la responsabilità di tenerla pulita e in ordine». C’è scritto espressamente anche nel regolamento, predisposto dal comitato di gestione della casa e che ogni ospite è tenuto a rispettare, incluso «l’impegno a contribuire alle spese del vitto e della conduzione della casa, per coloro che sono nelle condizioni economiche di poterlo fare».Tutti i giorni a «Misericordia Tua» è presente almeno un religioso dehoniano della comunità di San Casciano, oltre al custode che vive nella casa. Inoltre gli ospiti possono contare anche sul sostegno di un educatore, Emiliano, della cooperativa sociale «Il Cammino» per dodici ore la settimana e sul sostegno di alcuni volontari che ruotano attorno alla struttura. «In questo modo siamo riusciti a creare un discreto clima familiare nella casa e anche relazioni significative con il vicinato e l’esterno – conclude padre Cattani-. Il passo in avanti che vorremmo compiere? Riuscire a creare anche qualche opportunità d’inserimento lavorativo per le persone che accogliamo».