Italia

90 anni Liliana Segre, augurio all’Italia: “non si ripeta mai odio e vendetta. Nella mia testimonianza, c’è sempre un inno alla vita e non alla morte”

Testimone della Shoah, sopravvissuta all’orrore di Aushwitz, Liliana Segre è nata a Milano il 10 settembre del 1930. Una ragazza ebrea come tante su cui nel 1938 si abbatté la violenza della discriminazione razziale. Fu espulsa dalla scuola e nei primi giorni di dicembre 1943, con il padre e due cugini provò a scappare in Svizzera ma nel gennaio successivo venne consegnata alle SS e deportata nel campo di sterminio di Birkenau-Aushwitz.

Raggiunta telefonicamente dal Sir, la senatrice fa subito riferimento alla tragedia di Colleferro: “Sono una nonna e come tale da 30 anni parlo ai ragazzi delle vicende per me sempre presenti e storicamente importanti. Trovandomi però testimone del tempo che stiamo vivendo, con profonda amarezza vedo ripetersi vecchie cose che credevo che la vita avesse insegnato a tutti, ai giovani e ai vecchi. Mi dicono che soprattutto sui social, la vittima della tragedia di Colleferro è ancora tormentata da parole spaventose ed epiteti terribili come se fosse lui il carnefice e come se i carnefici siano esempi da seguire. Questo infonde una profonda amarezza perché vanifica tutto quello per cui ho lavorato e speso tutta una vita. Però c’è una speranza e la speranza è che non tutti sono così e che ci sono ancora ragazzi che prendono sulle spalle un importante incarico, quello di migliorare questo mondo, facendo scelte che a volte sono pesanti e coraggiose ma che alla fine sono quelle vincenti”.

Parlando del compleanno di oggi, Segre dice: “Formulo a me stessa tutti gli auguri che mi sono arrivati, i fiori che mi circondano e le testimonianze di affetto. Tutto fa sì che per me oggi sia una bellissima giornata”. È arrivata questa mattina anche una telefonata del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che le ha espresso auguri affettuosi e l’ha ringraziata per la sua alta e preziosa testimonianza contro l’dio e la violenza, in difesa dei diritti di tutti e nel rifiuto di ogni discriminazione. “All’Italia – dice la senatrice parlando al Sir – faccio sempre l’augurio di un’italiana che ha sofferto per delle leggi italiane ma che poi ha avuto la soddisfazione di vedere che dalla schiavitù è risorta la libertà. Nella libertà ho vissuto, dopo gli anni spaventosi di deportazione e prigionia. L’Italia è fatta di italiani e agli italiani auguro sempre la libertà di saper scegliere”.