Opinioni & Commenti

Elezioni, gli assenti hanno torto e lasciano libero chi vuole comandare da solo

Quindi chi sperasse in un’indicazione di voto può smettere di leggermi e passare a un’altra parte del settimanale. Non perché non abbia un’opinione, o perché alla fine non sceglierò dove mettere la mia X. Se, però, c’è un luogo dove tutti siamo liberi di scegliere, per fortuna e speriamo di restarlo per sempre, è proprio la cabina. Veniamo da una campagna elettorale stranissima, svoltasi in agosto e in questo scampolo di settembre, ma in realtà iniziata praticamente oltre 5 anni fa, subito dopo la rielezione di Enrico Rossi alla presidenza. Veniamo da mesi davvero difficili che molti hanno paragonato a una guerra. Paragone che, onestamente, non mi sento di sposare: le guerre sono altre, sono quelle dove si spara, cadono le bombe.

È vero, però, che il Covid-19 ha causato un’emergenza sanitaria, sociale, economica, finanziaria e altro ancora. In Italia come nel resto del mondo. Ce lo hanno ricordato continuamente i candidati alla presidenza della Regione (tanti in corsa anche questa volta, ci avevano garantito che i partiti sarebbero diminuiti ma non è stato così), l’esercito dei candidati al Consiglio regionale, pronti a farsi fotografare in tutte le occasioni utili con i leader nazionali del loro partito. Già, i leader, arrivati anche in Toscana e che quasi mai hanno parlato dei problemi della regione, hanno dato ricette con un po’ di sale o di zucchero, secondo la necessità. Magari sulla scuola che è iniziata, meno male, ma con i problemi di sempre aggravati dal virus. No, loro e i loro partiti sono impegnati in una quotidiana battaglia, spesso a suon di offese e violenza verbale sui social, per mantenere il loro posto a Roma. Ecco perché pochi hanno parlato di elezioni regionali o si sono ricordati che c’è un referendum che potrebbe cambiare la geografia politica del Paese. Su questo tema le loro indicazioni sono sempre state quelle decise per salvare alleanze romane, centrosinistra come centrodestra.

In tutto questo qual è il ruolo dei cattolici? Mi verrebbe da scrivere quello che è da anni: «marginale» come marginali sono spesso i pochi politici che davvero guardano alla Dottrina sociale nella loro attività quotidiana. Allora perché andare a votare? Perché gli assenti hanno sempre torto, dovunque, in politica più che altrove. Non si tratta di «turarsi il naso», come un illustre toscano ci invitava a fare qualche anno fa, ma di scegliere. E non perché qualcuno ce lo ha detto, ci ha chiesto di fare ma perché davvero ci crediamo. Pensiamoci bene. Davanti alla scheda delle elezioni regionali, a quella delle comunali (nei 9 Comuni dove i cittadini sono chiamati anche a questo voto), e, soprattutto davanti a quella dove la croce dovrà andare su un «Sì» o su un «No».

Non facciamoci prendere dalla pigrizia, un invito rivolto ai giovani, pochi, e agli anziani, molti, che compongono l’elettorato, e neppure dalla paura del Covid-19. Non restiamo a casa. Dovremmo aver chiaro che da qualche parte c’è chi spera che ciò accada: sarebbe più facile, per lui o per loro, governare un’Italia spaccata in due su tutto, persino sulla fame delle persone. Chi andrà a governare la Toscana dovrà sapere che il mondo cattolico lo guarderà e lo giudicherà per le scelte che, inevitabilmente, ricadono su tutti i cittadini, anche sui cattolici. Ancor più importante è la scelta per il referendum sul taglio dei parlamentari, dove non c’è neppure bisogno del quorum. Non deleghiamo a pochi di decidere sul futuro. Scegliamo noi dopo esserci informati, magari sbagliando ma consapevoli dell’importanza di quello che andremo a fare. Un invito, infine, ai politici: ricordate che i buoni propositi, o le politiche degli annunci, ai cittadini non bastano più.