Lettere in redazione

Cattolici e politica: un progetto necessario

Caro direttore, ho visto, anche attraverso alcune notizie lette su «Toscana Oggi», che si stanno moltiplicando gli incontri che affrontano in sostanza il tema dei cattolici e la politica. Non so se interpretarlo come un rinnovato interesse in generale per la politica o come la speranza che rinasca un partito dei cattolici come un tempo lo fu la Democrazia cristiana? Sinceramente non so tra le due cosa augurarmi. So soltanto che quelli come me, che hanno come si dice i capelli bianchi e anche pochi, si ricordano bene cosa significava l’impegno politico proprio nella Dc.

A.R.Firenze

Come richiesto, caro amico, ho messo solo le iniziali e ridotto all’essenziale la sua lettera, rigorosamente scritta a mano. Già questo è un segnale, perché di lettere per posta tradizionale e per di più scritte a mano ce ne arrivano sempre meno. Quasi tutte ormai arrivano per email. Ma questo sarebbe un altro discorso. Lo dico solo per dire che, forse, come non si scrive più a mano, probabilmente non è più nemmeno il tempo di un’altra Dc. Lo pongo come interrogativo, anche perché lei stesso non si dà una risposta e lascia in sospeso un’affermazione che nasce soprattutto, presumo, dalla nostalgia di un tempo di grande impegno in politica da parte dei cattolici.

Allo stato attuale, io posso dire che proprio in questo numero, tutti i lettori con l’amico che ci ha scritto, potranno trovare vari spunti di riflessione attraverso gli editoriali, le cronache e i commenti contenuti all’interno del giornale. Aggiungo solo che i cattolici in questo momento hanno molto da dire (lo spiega bene Domenico Delle Foglie in prima pagina), ma qualcosa da dire lo hanno sempre avuto, anche se altri hanno cercato di non farglielo dire. I cattolici sono tra i pochi, forse gli unici, che possono proporre una mappa dei valori condivisi, anche perché posseggono il valore massimo: dare la vita per gli altri. I cattolici possono contribuire alla riscoperta del valore e della centralità della persona umana, possono aiutare a capire cosa significa la famiglia soprattutto in un momento di crisi come l’attuale, possono spingere ad interessarsi al bene comune, a riappropriarsi del senso civico come progetto culturale e della speranza come progetto civico.

Insomma tentare di costruire quella mappa dei valori condivisi di cui dicevo, riscoprendo l’etica nella politica, nelle professioni, nel lavoro, nell’impresa, nella scuola, nell’articolato mondo delle comunicazioni di massa…. È un progetto ambizioso, ma necessario. Abbiamo un punto di partenza comune con i laici: la Costituzione italiana, così ricca di valori condivisi o per meglio dire di valori da tornare a condividere. La nostra Carta fondamentale è il frutto di uno dei momenti più alti della storia recente, che ha saputo raccogliere e mettere insieme, appunto, il contributo di laici e cattolici. E la storia odierna offre ai cattolici l’opportunità di tornare ad essere protagonisti positivi a partire dai tre impegni elencati nell’editoriale di questa settimana: consolidare la coesione nazionale, riportare i credenti alle urne, combattere l’anti-politica modificando anche una legge elettorale che esclude le preferenze e per la quale proprio la Toscana ha fatto da apripista.

Andrea Fagioli