Toscana
THAILANDIA, VIOLENTI SCONTRI CON OLTRE 120 MORTI
Oltre 120 persone sono morte oggi in Thailandia meridionale durante violenti scontri tra la polizia e gang di giovani che, armati di machete e alcuni con armi da fuoco, avevano preso d’assalto una decina di postazioni delle forze di sicurezza e dell’esercito nelle provincie di Yala, Pattani e Songkhla. Sono almeno novanta i ragazzi uccisi, che la polizia ritiene fossero separatisti islamici, e quattro gli agenti. Altri 32 giovani (38 secondo altre fonti) hanno perso la vita quando le forze dell’ordine hanno preso d’assalto una moschea a Pattani dove i facinorosi si era rifugiati dopo i raid contro le postazioni della polizia.
La giornata di oggi è stata la più violenta e sanguinosa della crisi tailandese iniziata il 4 gennaio scorso con la presa d’assalto di una caserma a Narathiwat, in cui morirono quattro soldati. Da allora nelle provincie meridionali al confine con la Malesia, in ripetuti agguati erano state assassinate oltre sessanta persone, soprattutto agenti delle forze dell’ordine e pubblici ufficiali ma anche tre monaci buddisti. È assolutamente certo che i colpevoli sono separatisti islamici ha affermato all’agenzia francese France Press’ il vice direttore del Comando nazionale di sicurezza, generale Panlop Pinmanee, (i giovani) Sono stati addestrati alla guerriglia dal Bnr e dal Pulo ha continuato il militare, riferendosi al Barisi Revolusi Nasional’ e all’Organizzazione per la liberazione del Pattani, le due principali formazioni secessioniste islamiche già molto attive nel sud della Thailandia durante gli anni ’70 e ’80. Osservatori locali temono che la gioventù musulmana nelle provincie meridionali vive infatti la maggior parte della minoranza tailandese di religione islamica – esasperata da una situazione economica e sociale fortemente degradata, possa diventare sensibile al richiamo del terrorismo contro le autorità della nazione prevalentemente buddista.