Toscana

ABORTO: RU486; A PONTEDERA 31 IVG IN DUE MESI, 2 MINORENNI

A Pontedera, prima città italiana dove è stata usata la pillola abortiva al di fuori della sperimentazione ma attraverso le procedure previste dalla Regione per l’acquisizione dei farmaci all’estero, sono state praticate 31 interruzioni volontarie della gravidanza in circa due mesi, tra queste due sono avvenute su minorenni autorizzate dai genitori. La notizia arriva dal primario del reparto di ginecologia dell’ospedale della città pisana Massimo Srebot. Il primo aborto con la Ru486 avvenne l’8 novembre scorso e fu effettuato su una donna italiana. “Da allora – ha affermato Srebot, oggi a Firenze ad una conferenza stampa Ds organizzata in vista della manifestazione di Milano di domani a favore della legge 194 – sono state richieste 44 scatole di Mifegyne, il nome del principio attivo della pillola, alla casa produttrice francese Excelgyn. Gli aborti effettivamente praticati sono stati 31”.

“Sono ricorse alla Ru486 due minorenni, autorizzate dai genitori – ha continuato – 6 giovani con meno di 25 anni, 12 donne di età compresa tra 25 e 35 anni, e 11 donne di età superiore ai 35 anni”. A Pontedera sono arrivate anche persone da fuori. “Le donne pisane che hanno scelto questo metodo sono solo 5 – ha detto Srebot – 11 sono venute da fuori provincia, altre 9 da altre regioni e 6 erano straniere, di cui 5 europee e una extracomunitaria”.

A Pontedera, mediamente, si effettuano 500 aborti l’anno, circa 15 per settimana. Il caso di Pontedera si differenzia da quello di Torino perché non prevede una procedura di sperimentazione ma semplicemente l’utilizzo della pillola abortiva come farmaco estero non registrato e la procedura di acquisizione è stata effettuata seguendo le indicazioni contenute nella circolare inviata a tutte le Asl della Toscana dall’assessore regionale per il diritto alla salute Enrico Rossi, che è anche il coordinatore degli assessorati regionali in materia sanitaria. “Dopo Pontedera – ha dichiarato Rossi – le altre Asl toscane che hanno mosso i primi passi verso l’aborto farmacologico sono state quelle di Empoli (Firenze), Pistoia, Livorno, Siena e Pescia (Pistoia)”. “Abbiamo semplicemente applicato legittimamente una legge e abbiamo avuto ragione – ha aggiunto Rossi – e non c’é stato nessun intervento da parte dello Stato. Il nostro fine è sempre quello di una maternità consapevole”. (ANSA).

RU486: il triste primato della Toscana