Toscana

ONU, SANTA SEDE PREOCCUPATA PER LA MANCANZA DI LIBERTA’ RELIGIOSA

La libertà di religione o di credo non esiste in molte parti del mondo: lo ha denunciato mons. Celestino Migliore, Osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU, intervenendo ieri a New York durante i lavori della terza commissione della 61esima Assemblea generale delle Nazioni Unite, sul tema “promozione e difesa dei diritti umani”. “Il Papa – ha detto il rappresentante della Santa Sede – è preoccupato per quelle situazioni in cui misure legislative o amministrative, assunte o ventilate, mettono limiti alla pratica, l’osservanza o la testimonianza della religione”, e guarda con apprensione ai casi in cui “la religione o la libertà di religione sono usate a pretesto o a giustificazione per la violazione di altri diritti umani”.

Mons. Migliore ha spiegato che a volte, “per interessi di gruppi o lotte di potere, si cerca di impedire ad alcune comunità di illuminare le coscienze di molti mettendoli così in grado di agire liberamente e responsabilmente secondo le vere esigenze della giustizia”. Così come può essere espressione di intolleranza denigrare le comunità religiose e escluderle dal dibattito pubblico e dalla cooperazione soltanto perché non possono essere d’accordo con alcune scelte o adeguarsi a pratiche che sono contrarie alla dignità dell’uomo.

Da qui l’appello a “chi prende decisioni a livello nazionale o globale, a autorità legali e politiche e a tutti gli uomini di buona volontà perché contribuiscano ad assicurare che le diverse espressioni religiose non siano coercizzate o ridotte al silenzio”.

L’Osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU ha anche ricordato che siamo nel 25.mo anniversario dell’adozione della Dichiarazione per l’eliminazione di ogni forma di intolleranza e discriminazione basata su religione o credo. Nella consapevolezza di tutti i casi in cui il livello di discriminazione è alto, mons. Migliore ha ribadito i principi di un’autentica libertà religiosa che “non è soltanto tolleranza ma è il rispetto del diritto di credere, di esercitare il culto, di proporre e testimoniare la propria fede”.