Toscana

DEBITO ESTERO, FONDAZIONE GIUSTIZIA E SOLIDARIETÀ: «APRIRE AI PAESI A MEDIO REDDITO DELL’AMERICA LATINA»

Aprire le iniziative di conversione del debito estero ai Paesi a medio reddito, in particolare a quelli dell’America Latina: è l’esortazione emersa dall’incontro promosso nei giorni scorsi dalla Fondazione Giustizia e solidarietà della Cei, che ha riunito a Roma i rappresentanti della rete latino-americana Latindadd, formata dalle organizzazioni della società civile che si occupano di conversione del debito. Riccardo Moro, direttore della Fondazione – nata per dare continuità alla Campagna ecclesiale per la cancellazione del debito estero, che ha impegnato la Chiesa italiana durante il Giubileo del 2000 – ha giudicato positiva la proposta, inserita nella attuale finanziaria in discussione in Italia, “di modificare l’articolo 5 della legge sul debito che introduce la possibilità di conversione del debito anche per i Paesi a medio reddito, dove ci sono sacche di povertà molto grandi”. “In Perù, ad esempio, esiste un fondo di conversione del debito del governo italiano – ha spiegato Moro -. Bisogna fare lo stesso anche in altri Paesi latino-americani, Argentina compresa”. Esperienza analoga viene portata avanti in Guinea Conakry direttamente dalla Fondazione Giustizia e solidarietà, che ha avuto come risultato l’annullamento totale del debito bilaterale e la riconversione in progetti di sviluppo per la popolazione.

“Il fondo di contropartita – ha spiegato Ansoumane Condè, rappresentante del governo guineano – ha avuto degli effetti positivi sullo sviluppo economico del Paese e ha portato a grandi miglioramenti nei settori più poveri, soprattutto donne, giovani e ambito rurale”.

Il delegato di Latindadd dall’area andina (Ecuador, Perù, Bolivia, Colombia e Venezuela) Hugo Arias ha ricordato che nella sua regione la povertà è al 60-70%, “e che gran parte dei problemi sono dovuti al forte indebitamento estero”. “In Ecuador l’80% del debito è in carattere di illegittimità – ha precisato Arias -, perché si è creato a causa dell’immoralità e della corruzione, con la complicità della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale. Stiamo lavorando per fare in modo che la politica fiscale ed economica dei nostri Paesi si ponga al servizio dello sviluppo e non del pagamento del debito”.

Dall’Argentina Alberto Croce ha messo in guardia contro il rischio di “usare la conversione del debito a fini commerciali o per il mercato d’impresa. Dobbiamo vigilare perché i fondi per la riconversione siano veramente utilizzati a favore della popolazione”.Sir