Toscana

Fi-Pi-Li, su Facebook campagna anti-pedaggio

di Graziella Teta

«FI-PI-Libera!» è l’accorato appello che da un mese spopola su Facebook, nell’omonimo gruppo aperto di discussione lanciato a fine luglio da alcuni giovani di Pontedera. In pochi giorni gli iscritti erano già 3.000, ad inizio agosto oltre 5.000. Recita la descrizione del gruppo: «Se anche tu sei contrario all’applicazione del pedaggio sulla superstrada Fi-Pi-Li iscriviti a questo gruppo e fai sentire la tua voce!». In poco più di un mese le voci sono diventate quasi 8.000 e il tam tam sul web continua anche nel dopo-ferie. Nel frattempo, la mobilitazione degli «indignados» è diventata una protesta seria, civile, apolitica e trasversale, rilanciata da giornali, tv e radio locali, cui aderiscono giovani, famiglie, operai, professionisti e simpatizzanti di ogni età e mestiere. Dai loro commenti, a centinaia «postati» nel social network, emerge tutto lo sconcerto alla paventata ipotesi di dover sborsare quattrini per percorrere la superstrada, fondamentale arteria di mobilità lunga 97 chilometri che registra picchi di traffico di 60-70 mila veicoli al giorno.

Spiega il fondatore e moderatore del gruppo, Simone Poggetti, 33 anni: «A leggere le recenti dichiarazioni dell’assessore regionale alle Infrastrutture e alla mobilità Luca Ceccobao, che ha annunciato la possibilità di far pagare il pedaggio sulla strada di grande comunicazione Firenze-Pisa-Livorno, mi sono davvero indignato. Perché se già paghiamo le tasse (le più alte in Europa) dobbiamo pagare anche un pedaggio? Perché i cittadini devono sborsare di tasca loro per tamponare le inefficienze di un apparato burocratico che non sa gestire i soldi delle nostre tasse?». Domande rimbalzate nelle discussioni con i suoi amici, utenti della Fi-Pi-Li, che la percorrono ogni giorno per andare al lavoro o all’università, e si sono fatti due conti. Continua Simone: «L’assessore ha ipotizzato una gabella di 0,12 centesimi per chilometro percorso. Io lavoro nella zona industriale di Ospedaletto a Pisa, in una concessionaria auto di cui sono titolare, e abito a Pondedera: 60 km al giorno, da lunedì al sabato, pari a quasi 173 euro di esborso mensile. La spesa del pedaggio avrebbe gravi conseguenze sul bilancio di migliaia di famiglie, già strozzate dalla crisi economica». Come quella di una mamma di Montelupo, con due figli, l’unica che lavora in famiglia: ha un impiego a Pisa e, scrive nel gruppo di Facebook, se dovesse pagare la superstrada sarebbe costretta a cercarsi un altro lavoro più vicino a casa, e sa bene quanto sia difficile trovarlo. Insomma, un esborso ipotetico di un centinaio di euro al mese, per chi campa a stento con uno stipendio di poco più di mille, è una vera mazzata.

Simone ha detto no, non si può tacere: «Siamo cittadini, non sudditi. La superstrada l’abbiamo già pagata, e continuiamo a farlo per la sua manutenzione, con le nostre tasse. Così, in un primo momento, ho lanciato l’appello ai 200 amici iscritti al mio profilo FB, i quali l’hanno rilanciato a loro volta nei loro profili. L’adesione è stata subito ampia ed abbiamo deciso di creare un gruppo apposta: abbiamo coniato lo slogan FI-PI-LIBERA (un creativo ci ha pure fatto i complimenti per la sua efficacia) e il gruppo è cresciuto, nonostante il periodo agostano. In queste settimane mi hanno contattato anche amministratori locali, sindaci, consiglieri dei comuni che gravitano nel bacino della superstrada, dichiarando sostegno all’iniziativa; ho incassato l’appoggio di un consigliere comunale di Montelupo che si è anche iscritto al gruppo e non sono mancati contatti con rappresentanti della giunta regionale». I politici, dunque, tengono d’occhio questa mobilitazione nata sul web: «Sì – conferma Simone – il dibattito virtuale è approdato nei palazzi del potere».

Ed ora che cosa farete? «La nostra battaglia democratica continua: entro settembre organizzeremo un incontro con promotori e aderenti al gruppo FB (professionisti, avvocati, imprenditori) per unire le forze e definire una serie di interventi di contrasto». Per la cronaca, la proposta del governatore Enrico Rossi di allargare la superstrada con la costruzione della terza corsia e di istituire il pedaggio per coprire il costo stimato di un miliardo di euro, è stata approvata dal ministro dei Trasporti Altero Matteoli ad inizio anno. Regione e Anas avrebbero poi dovuto presentare uno studio di fattibilità sulla realizzazione della terza corsia. E rimane aperto il problema del pedaggio: lo pagherebbe chi percorre tutto il tratto dal capoluogo a Livorno e viceversa, mentre ne sarebbero esentati i pendolari residenti?

Commenta Poggetti: «Solo lo studio di fattibilità costerebbe ai cittadini un sacco di soldi, se poi il progetto dovesse prendere corpo, si stimano 10 anni di lavori e costi che lievitano. Tutto ciò significa – conclude – tasse in più per tutti, anni di disagi per gli utenti e infine il pedaggio-gabella. Ne vale la pena? Noi diciamo: no, grazie».