Toscana

Rigutino, lottizzazione da ridiscutere

DI MARCO LAPIAvevamo preannunciato, nell’ultima puntata di questa rubrica (Toscanaoggi n. 36 del 15 ottobre scorso), di occuparci stavolta in particolare di un possibile «ecomostro» sfuggito al «censimento» del consigliere regionale di Forza Italia Paolo Marcheschi e siamo qui a mantenere la promessa. Non senza aver rilevato con soddisfazione come, in questi ultimi tempi, sia sopraggiunta in merito una netta presa di posizione del sindaco di Arezzo e del presidente della Circoscrizione interessata.

Ma veniamo ai fatti. La vicenda prende il via dall’approvazione della cosiddetta «scheda C47» del piano regolatore di Arezzo, avvenuta nella notte tra il 22 e il 23 marzo 2004 ad opera della precedente amministrazione di centrodestra guidata dal sindaco Lucherini. Il che, tradotto in poche parole, significava lo stravolgimento pressoché totale della frazione di Rigutino, con una cubatura di 57 mila metri cubi destinata a sorgere in località «La Maestà» – non lontano da una significativa area archeologica – sui due lati della strada che dalla chiesa del paese conduce verso il parco di Lignano, definito a suo tempo dallo stesso Lucherini area boschiva da evidenziare «per bellezza e caratteristiche».

Villette per 23 mila metri cubi e 7,5 metri di altezza a sinistra (comparto A) ed edifici socio-sanitare per 34 mila metri cubi e 8,5 metri di altezza a destra (comparto B), un vero pugno nell’occhio. Il tutto nonostante i pareri contrari della popolazione locale – che ha dato vita al Comitato Tutela Valdichiana – ma anche della parrocchia, della Soprintendenza e perfino di un «collegio di esperti» nominato dallo stesso Comune che, in data 20 ottobre 2003, aveva dato parere decisamente negativo. E proprio a questo parere si è richiamata, in una lettera dello scorso 2 ottobre, l’architetto Anna Di Bene, dirigente reggente della Direzione generale per i beni architettonici e paesaggistici del Ministero per i beni e le attività culturali, invitando il Comune di Arezzo a «modificare il progetto modificando le volumetrie, le altezze e soprattutto migliorando la qualità architettonica degli edifici».

E il sindaco Giuseppe Fanfani, alla guida della nuova amministrazione di centrosinistra dopo le elezioni del maggio scorso, assieme al presidente della Circoscrizione Amorini ha di conseguenza chiesto alla proprietà una disponibilità a rivedere il tutto. «Siamo certi – ha affermato in proposito Fanfani – che pur rispettando il diritto acquisito dai costruttori, esistano le condizioni per riparare ad un errore commesso dalla precedente amministrazione, che non ha tenuto sufficientemente conto delle osservazioni che molti soggetti avevano presentato e, soprattutto, del parere contrario espresso dal collegio degli esperti».

«È nostra intenzione – ha aggiunto il sindaco – chiedere il drastico ridimensionamento della struttura, per poi ridistribuire parte delle volumetrie recuperate ad altre destinazioni d’uso, sia a servizio dei futuri abitanti della lottizzazione, sia a servizio di tutta la comunità rigutinese. Tra queste c’è sicuramente la necessità di realizzare un asilo nido, dal momento che il territorio della circoscrizione ne è quasi del tutto sprovvisto. Nei prossimi giorni convocheremo un tavolo di concertazione con la proprietà, chiedendo anche la partecipazione della Soprintendenza. La presenza congiunta dei vari soggetti consentirà una valutazione più appropriata di tutta la vicenda».

Dal canto suo, il Comitato Tutela Valdichiana, pur prendendo «volentieri atto dell’impegno di Fanfani e Amorini nel cercare di rivedere “drasticamente” le cubature, le altezze e l’impatto sull’ambiente», si chiede se a questo punto, «tenendo conto che sul lotto B gravitano la porzione absidale della Chiesa di S. Quirico, la casa natale della Medaglia d’Oro della Resistenza Sante Tani, le boscate ripe del Rio di Rigutino, l’antichissima via di Rigutinelli, tutte realtà in vari modi soggette a vincoli, non sarebbe meglio azzerare tutte la volumetrie previste nel lotto B per lasciarvi solo un adeguato parcheggio al servizio del lotto A, della vicina chiesa e del limitrofo Circolo, dove si svolgono manifestazioni religiose e civili e feste paesane». Così come, conclude il Comitato, «crediamo opportuno un ridimensionamento di volumi ed altezze anche nel lotto A», con compensazione della ditta proprietaria attraverso la concessione di pari volumetrie in aree di minor pregio culturale.