Grosseto

Pasqua, con il Risorto oltre la paura: vivere da risorti oggi

Gli auguri di Pasqua ai lettori di Toscana Oggi di mons. Bernardino Giordano, vescovo di Grosseto e di Pitigliano-Sovana-Orbetello

«Tutti sperano», scrive papa Francesco nella Bolla «Spes non confundit» con la quale ha indetto l’Anno Santo della Speranza. Tutti sperano, ma domandiamoci cosa speriamo e su chi poggia la nostra speranza. Fa la differenza, infatti, sperare con o senza il Signore; fa la differenza sperare in un vago futuro che ci auguriamo migliore, oppure confidare nel Signore nel presente. Chi confida in Lui, ci dice la Scrittura è come il monte Sion: non vacilla, è stabile per sempre (cfr Sal 125).

È in questa visione che desidero augurare a tutti i lettori di Toscana Oggi di vivere una Pasqua santa.

È Pasqua! È la memoria del fatto che è cambiata per sempre la storia: Dio, in Gesù, si fa per amore obbediente per noi fino alla morte di croce. Dio, in Gesù, lascia le bende della morte nel sepolcro per indossare le vesti sfolgoranti di una Presenza che è vita senza fine.

A Pasqua siamo messi di fronte a una scelta: accogliere fino in fondo questa verità e avere il coraggio di investire la nostra esistenza per orientarla a questa prospettiva.

Christus vivit! Ho scelto proprio questa espressione del Vangelo di Luca per il mio motto episcopale perché faccia da lampada ai miei passi quotidiani di vescovo e faccia luce a tutti i fratelli e le sorelle che incrociano i loro passi coi miei.

È un monito che ogni giorno mi ricorda Chi, nella ferialità delle nostre esistenze, è fedele e ci libera da ogni paura! Solo il Risorto può darci questa liberazione del cuore! Se la paura paralizza le nostre scelte e i nostri rapporti umani, la libertà che ci consegna Gesù Risorto è la capacità di andare oltre: oltre la contingenza di situazioni che non funzionano, oltre il male, oltre le bugie che a volte condizionano la nostra vita, oltre ogni turbamento, perché ci indica una direzione precisa, la direzione della pienezza.

Credere, lo sappiamo, non è non avere dubbi, passi incerti, fragilità; credere è amare e, amando, fidarsi di un Dio che ci insegna lo stile delle nostre relazioni. Affidiamoci a Lui e lasciamolo entrare nelle nostre dinamiche familiari, amicali, lavorative!

Lasciamo che sia Lui a trasformarle con noi! Lasciamo che quella veste sfolgorante della domenica di Pasqua diventi l’abito abituale anche per noi. In una parola: chiediamo al Signore di aiutarci a vivere da risorti!

Con san Paolo diciamo convintamente anche noi: “Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo”.

Paolo ci dice che la resurrezione non è magia! E’ un fatto, un evento tangibile, che può esprimersi nel nostro corpo, cioè nel modo in cui scegliamo di metterci in relazione con gli altri. Possiamo farlo tenendo le braccia incrociate e mettendo, così, una barriera fra noi e i fratelli, oppure possiamo farlo con le braccia aperte, nell’atteggiamento di chi non ha da difendersi, non ha paura ma è disposto a giocarsi tutto con tutti.

L’augurio per questa Pasqua è che davvero la vita di Gesù si manifesti attraverso la concretezza di ognuno di noi, nelle fragilità come nelle nostre risorse.

Buona Pasqua!

Bernardino Giordano, vescovo di Grosseto e di Pitigliano-Sovana-Orbetello