Cultura & Società

«Suora mamma e suora babbo», storia della bambina ebrea salvata in convento

Al teatro delle Laudi a Firenze la storia di Susanna Silberstein, nascosta dalle suore stimattine di Firenze

Una storia al femminile, di donne votate a Dio, alla maternità – anche adottiva – e alla testimonianza. «Suora Mamma e Suora Babbo» andrà in scena al Teatro Le Laudi di Firenze giovedì 8 maggio alle ore 20.30.
Lo spettacolo racconta la storia vera di Susanna Silberstein Trevisani in Ceccherini, una bambina ebrea salvata dalle persecuzioni naziste grazie all’accoglienza delle suore francescane stimmatine del convento in via dell’Erta Canina a Firenze. «Suora mamma» e «suora babbo», da cui il titolo, sono le due suore che per tre anni hanno cresciuto Susanna, nella speranza che almeno lei si salvasse come poi è accaduto. Successivamente Susanna è stata accolta da un’altra donna, Libera Trevisani, la sua madre adottiva e da Marcella Treves, la «zia», rappresentante della Delasem di Firenze, l’associazione ebraica che si è occupata appunto delle adozioni dei bambini riusciti a sopravvivere al terribile eccidio da parte dei nazi-fascisti.
La storia percorre settantaquattro anni e racconta la vita di Susanna Silberstein (questo il cognome dei suoi genitori, che solo dopo anni scoprì non esistere più), della madre adottiva Libera e di suo marito, Pier Vittorio Ceccherini, che, dopo la nascita dei figli Tullio e Francesca, l’hanno aiutata in questo lungo e doloroso percorso alla scoperta di quella vita che aveva praticamente dimenticato. «Suora Mamma e Suora Babbo» racconta di come decine di donne sono riuscite ad aiutare Susanna: «Io ho avuto solo donne che mi hanno difeso, donato affetto, letizia, supportato, cullato, amato, gioito».
La storia, raccolta dal regista e drammaturgo Francesco Suriano, che conobbe Susanna oltre trent’anni fa, prende vita in scena grazie all’intensa interpretazione di Arianna Ninchi (figlia e nipote d’arte) che da sola dà voce a tutti i personaggi. Con pochi oggetti, variazioni di voce e gesti essenziali, l’attrice guida lo spettatore tra passato e presente, accompagnata da video proiezioni, voci fuori campo e le musiche del violinista Haim Fabrizio Cipriani.