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Libri: “AI confini della comunicazione”: parole etiche per riscoprire l’ascolto
Nel suo nuovo libro, Vincenzo Corrado propone un dizionario essenziale e profondo per abitare in modo etico il linguaggio. Un cammino educativo e relazionale, fondato su ascolto, verità e discernimento, per restituire umanità alla comunicazione nell’epoca della frammentazione e delle connessioni senza relazione

Un dizionario per orientarsi nel caos. Un esercizio di ascolto in un’epoca dominata dal rumore. Un cammino educativo alla riscoperta del linguaggio come relazione. “Ai confini della comunicazione. Piccolo dizionario per l’agire etico” (Ave, 2025) è il nuovo libro di Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei. Un testo che prende la forma del dizionario, ma si legge come un cammino: parole da riscoprire, rotte da immaginare, responsabilità da assumere. Le varie voci sono l’elaborazione di articoli pubblicati tra il 2017 e il 2024 nella rubrica “Sui passi di papa Francesco” della rivista bimestrale “Docete”, edita dalla Federazione istituti di attività educative (Fidae).
Etica come rotta, linguaggio come relazione
“Il messaggio da cogliere è basilare: abbandonare le routine per esplorare le novità di questa stagione”, scrive Corrado. Le voci – “discernimento”, “cura”, “verità”, “rete”, “ascolto” – non sono definizioni, ma soglie da varcare. Il viaggio è guidato dalla figura di Ulisse: “È il tragitto di ritorno verso casa – la nostra Itaca – ovvero il fine ultimo della comunicazione e dell’informazione”. Tornare a Itaca, cioè ritrovare il centro, il cuore, la direzione. Contro la frammentazione, il libro rilancia la necessità di “una comunicazione che restituisca senso e umanità”.
L’analisi è lucida e coinvolge tutti i livelli della comunicazione, dalle dinamiche digitali al linguaggio quotidiano. “Un uomo senza storia, senza radici, è un fantasma”, scrive Corrado, parlando della crisi della memoria nella società dell’istantaneità.
E ancora: “Comunicazione e informazione sono attrezzi che richiedono conoscenza e pratica per esercitarle al meglio”. Il linguaggio è al centro: non è la semplice tessitura delle parole, ma “può essere una conquista o una sconfitta per sé e per gli altri”. L’etica non è per Corrado un’appendice, ma una direzione: “È l’unico soffio che può far spiegare le vele e tenere dritta la rotta”.
Proposta educativa per abitare la complessità
“Anche la comunicazione e l’informazione devono essere integrali. […] Qui si aprono le frontiere della creatività, di quella apertura interiore, fatta di ascolto, docilità e disponibilità a osare e a mettersi in cammino”. La rete è descritta come spazio potenziale di incontro: “Questa è la rete che vogliamo. Una rete non fatta per intrappolare, ma per liberare, per custodire una comunione di persone libere”. Il libro alterna riflessioni teoriche, riferimenti biblici, spunti magisteriali e osservazioni di campo. Non si limita a descrivere, ma propone.
“Non possiamo accettare l’etica che è implicita nelle tecnologie […] dobbiamo invece assumere ciò che le caratterizza, prendere le distanze da esse e agire di conseguenza”. È un invito a non cedere all’inconsapevolezza, ma a scegliere, discernere, abitare. “Le connessioni hanno bisogno del dono della profezia”, ricorda l’autore, perché senza visione anche il contatto più immediato si svuota.
Parole controvento che generano futuro
Nella prefazione, Mario Morcellini parla di “pensieri e parole controvento” che sanno “prendere le misure alla comunicazione” senza scivolare né nell’apocalisse né nel conformismo. “Ai confini della comunicazione” è questo: un libro per chi comunica, per chi educa, per chi abita la complessità senza smettere di cercare. Un testo da attraversare con lentezza, da rileggere a voce alta, da condividere come si fa con le parole importanti. Quelle che mettono in relazione. Quelle che sanno ancora generare futuro.