Cultura & Società

Libri: «Che accada l’impossibile», la speranza secondo padre Guidalberto Bormolini

Il suo ultimo libro, pronto a una lunga serie di presentazioni in molte città italiane, vuol essere un manuale di speranza in questi tempi tristi e difficili

«L’impossibile è indispensabile». Padre Guidalberto Bormolini lo dice da tempo e lo fa con quella serenità – forte e contagiosa – che lo contraddistingue ormai da tempo e che lo ha reso conosciuto e apprezzato a livello nazionale. Il suo ultimo libro, edito da Mondadori (pagine 216, euro 18,50) e pronto a una lunga serie di presentazioni in molte città italiane, si intitola proprio così: «Che accada l’impossibile» e vuol essere un manuale di speranza in questi tempi tristi e difficili, segnati da guerre e crisi economiche.

«I realisti hanno trascinato questo pianeta sul baratro, tra inquinamenti e ingiustizie, oppressione e violenza – spiega padre Bormolini -, occorre tornare a essere sognatori, è indispensabile per tutta l’umanità e in particolare per i cristiani, che nascono proprio dalla rivelazione dell’impossibile: l’annuncio che l’angelo ha fatto alla Vergine».

Le riflessioni di padre Bormolini colpiscono nel segno perché partono sempre dall’analisi del periodo storico nel quale siamo chiamati a vivere – come in «Questo tempo ci parla. La rivoluzione spirituale e il sogno di una nuova umanità», scritto durante la pandemia – per offrire una nuova prospettiva e indicare un orizzonte verso il quale camminare. Il religioso, appartenente alla comunità religiosa dei Ricostruttori a Villa del Palco nella diocesi di Prato, è testimone di aver realizzato un sogno che sembrava impossibile: la realizzazione del Borgo Tutto è Vita, rinato sulle ceneri di un paese abbandonato dell’Appennino pratese e trasformato in un luogo di cura integrale della persona.

Il primo assunto contenuto nel libro è questo: basta con i profeti di sventura.

«Oggi c’è bisogno di figure capaci di mostrare che l’impossibile è possibile – dice ancora padre Bormolini – perché adesso prevalgono anche negli idealisti coloro che vedono soltanto nero, quelli che dicono “non ce la faremo mai”, perché sono tornati violenza e razzismi. Invece noi abbiamo bisogno di altro!».

Tra le tante citazioni contenute, ce n’è una che descrive bene l’atteggiamento suggerito dall’autore: in India si dice che «la mente prende forma dai tuoi pensieri». «Quindi se pensiamo al male che alcuni fanno, finiamo per assimilarci a quello – osserva ancora il religioso – invece dobbiamo credere che l’amore infinito è possibile. D’altra parte l’incarnazione ce lo mostra, ci dice che l’infinito è entrato nel finito. Per amore tutto è possibile».

Largo dunque ai «profeti di speranza», parola d’ordine di questo Giubileo. Nel libro si auspica di «dare inizio a una vera e propria rivoluzione capace di risvegliare nei cuori la forza di sognare l’impossibile e trasformarlo in realtà». Per farlo occorre una nuova coscienza collettiva o la rivoluzione è personale?

Per padre Bormolini valgono entrambe le cose: «il mio ragionamento è in gran parte costruito su una visione antropologica umana, quindi deve parlare a tutti. La chiusura del libro è dedicata al mio amore per il Cristo, colui ha incarnato questo impossibile che diventa possibile. Si cresce quando individualmente qualcosa da dentro cambia e quando insieme si costruisce qualcosa che deve succedere al di fuori di noi».