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Trump: “Attacco preciso e devastante”

In un discorso di pochi minuti e in un tweet, Donald Trump ha annunciato che gli Stati Uniti hanno attaccato tre siti nucleari iraniani, sancendo l’ingresso in guerra. L’azione è stata definita “un successo militare spettacolare”, ma suscita forti preoccupazioni internazionali. Il segretario Onu Guterres lancia un appello alla de-escalation e alla diplomazia

Donald Trump (Photo by CARLOS BARRIA / POOL / AFP) - Sir

Meno di quattro minuti di discorso e un tweet di poche righe hanno annunciato al mondo che gli Stati Uniti hanno bombardato tre siti nucleari in Iran, sancendo ufficialmente l’entrata in guerra anche di Washington. In una partita che fino a quel momento si era giocata solo a due, tra Benjamin Netanyahu e l’ayatollah Ali Khamenei, è entrato ora anche Donald Trump. Il presidente americano, in un discorso dalla Casa Bianca, alle 22 di Washington (le 4 del mattino in Italia), ha esordito dicendo: “Stasera posso annunciare al mondo che gli attacchi sono stati uno spettacolare successo militare. Gli impianti di arricchimento nucleare dell’Iran sono stati completamente e totalmente distrutti”. L’affermazione di Trump sull’esito dei raid non ha potuto essere confermata in modo indipendente, ma un funzionario del Pentagono, raggiunto dal Times, ha dichiarato che sei bombardieri B-2 hanno sganciato una dozzina di bombe bunker buster da 30.000 libbre sul sito nucleare di Fordo, che si trova in profondità nel sottosuolo, e che i sottomarini della Marina hanno lanciato 30 missili da crociera TLAM contro i siti di Natanz e Isfahan. Un B-2 ha inoltre sganciato due bombe bunker buster su Natanz.

“L’Iran è un bullo del Medio Oriente. È ora che scelga la pace. Se non lo farà, gli attacchi futuri saranno molto più estesi e molto più facili”, ha continuato Trump nel suo discorso, affiancato dai volti impassibili del vicepresidente J.D. Vance, del segretario alla Difesa Pete Hegseth e del segretario di Stato Marco Rubio. “O ci sarà la pace o ci sarà la tragedia”, ha minacciato il presidente americano, aggiungendo che “se la pace non arriva rapidamente, colpiremo quegli altri obiettivi con precisione, velocità e abilità”. Trump ha sostenuto poi che “per 40 anni, l’Iran ha detto: ‘Morte all’America, morte a Israele’”, e questa minaccia sembra ancora molto viva e possibile, soprattutto secondo gli esperti dell’intelligence, che si aspettano ritorsioni iraniane contro basi militari statunitensi nell’area o contro obiettivi Usa particolarmente sensibili in altre parti del mondo. Oltre ad aver definito l’operazione “spettacolare”, il presidente Usa, nei suoi quasi 4 minuti davanti alle camere dell’intero Paese, ha anche invocato Dio e quasi una sua benedizione per questa nuova fase di guerra. “Ti amiamo, Dio, e amiamo il nostro grande esercito”, ha detto Trump, associando alla sua pace armata un beneplacito dall’Alto, nonostante un altro americano, papa Leone XIV, continui invece a invocare “una pace disarmata e disarmante”.

Critiche sono piovute su Trump da parte dei membri del Congresso, informati della decisione non nelle 48 ore previste dalla legislazione e senza possibilità di usufruire dei 60 giorni di dibattito prima di avallare qualsiasi guerra: uno smacco al potere legislativo, che i presidenti, a turno, hanno applicato.

Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha dichiarato in un tweet, subito dopo il discorso di Trump, che “c’è un rischio crescente che questo conflitto possa rapidamente sfuggire al controllo, con conseguenze catastrofiche per i civili, la regione e il mondo”. Guterres ha invitato tutti alla de-escalation e ha richiamato le norme del diritto internazionale, totalmente violate dalle scelte unilaterali messe in atto dagli Stati mediorientali. “Non esiste una soluzione militare. L’unica via d’uscita è la diplomazia. L’unica speranza è la pace”, ha ribadito il segretario dell’Onu.

Il premier israeliano Netanyahu ha elogiato la decisione dicendo che gli Stati Uniti “hanno fatto ciò che nessun altro Paese al mondo avrebbe potuto fare. La storia ricorderà che il presidente Trump ha agito per negare al regime più pericoloso del mondo le armi più pericolose del mondo”. Intanto massima allerta è scattata sia a Washington che a New York, dove, nel timore di ritorsioni, si è rafforzata la difesa degli edifici del governo ma anche di alcuni edifici religiosi, mentre la dichiarazione di guerra rilanciata da Teheran stavolta ha contorni molto più reali di una semplice minaccia.