Fiesole

Frassati, il santo della vita normale. Incontro a Rignano per i giovani

Il vescovo Stefano Manetti presiederà la Messa alle ore 18.30 di venerdì 4 luglio, insieme ai giovani della diocesi di Fiesole, in preparazione al Giubileo dei Giovani

Venerdì 4 luglio, nel giorno della memoria liturgica del beato Pier Giorgio Frassati e a cento anni esatti dalla sua nascita al cielo, il vescovo Stefano presiederà la Santa Messa alle ore 18.30 a Rignano sull’Arno, insieme ai giovani della diocesi di Fiesole, in preparazione al Giubileo dei Giovani, che si terrà a Roma dal 31 luglio al 3 agosto. Sarà un’occasione preziosa per ritrovarsi, pregare insieme, lasciarsi ispirare da Pier Giorgio e riscoprire la bellezza di una fede vissuta con gioia e coraggio.

Il prossimo 7 settembre 2025, in piazza San Pietro, Papa Leone XIV proclamerà santo Pier Giorgio Frassati. Ma chi era davvero questo giovane tanto amato dalla Chiesa, già definito da Giovanni Paolo II «l’uomo delle otto Beatitudini»?

Pier Giorgio non è un «santino da altare», ma un ragazzo di carne e ossa, appassionato e vivace, che ha saputo vivere la fede dentro il suo tempo e dentro il mondo, non fuori. Nato a Torino nel 1901 in una famiglia benestante, tra studi, amicizie, politica e montagna, ha cercato e trovato Dio nelle cose di tutti i giorni.

Un giovane normale, con una fede straordinaria

Amava le passeggiate in montagna, le serate con gli amici, il teatro, la musica e i versi di Dante. Con alcuni compagni aveva fondato un gruppo scherzoso, il Circolo dei Tipi Loschi, in cui si rideva molto, ma si pregava anche. Diceva: «Ogni giorno mi innamoro sempre più delle montagne… a contemplare in quell’aria pura la grandezza del Creatore».

Ma la fede per lui non era solo contemplazione: era azione. Ogni mattina partecipava alla Messa, poi studiava ingegneria e il pomeriggio andava nei quartieri più poveri a portare medicine, viveri e conforto. Lo faceva a piedi, per risparmiare i soldi del tram da donare.

Talvolta regalava ai senzatetto i suoi vestiti o le scarpe. Solo dopo la sua morte i genitori scoprirono quanto avesse donato in silenzio. Lui stesso diceva: «Gesù mi fa visita ogni mattina nella Comunione; io lo restituisco, per quanto posso, visitando i poveri».

Azione Cattolica: una palestra di vita vera

L’Azione Cattolica fu per Pier Giorgio una vera scuola di vita. Lì imparò a mettere insieme le tre dimensioni fondamentali del suo cammino spirituale: preghiera, azione, sacrificio. Frequentava con entusiasmo gli incontri, partecipava attivamente alla FUCI (la federazione universitaria cattolica), e non si tirava mai indietro quando c’era da servire. Non si limitava a «dire» la sua fede: la viveva, e questo lo rendeva autentico.

Scrisse in una lettera: «Vivere senza una fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere una lotta continua per la verità… non è vivere, ma vivacchiare». È forse la sua frase più celebre. E andrebbe riletta spesso, soprattutto oggi.

Vivacchiare significa tirare avanti, sopravvivere a basso profilo, senza scelte, senza rischi, senza responsabilità. Ma per Pier Giorgio vivere era il contrario: significava alzarsi ogni giorno e scegliere – scegliere la verità, il bene, l’impegno, la gioia che viene dal dono di sé. Quella frase, scritta a un amico che stava cercando la sua strada, è una sintesi perfetta del Vangelo incarnato nella vita quotidiana: non si tratta di fare grandi imprese, ma di vivere con intensità ogni cosa, con il coraggio di chi non vuole accontentarsi.

Una santità «feriale»

La grandezza di Frassati sta proprio qui: nel non aver fatto nulla di clamoroso. Nessuna visione, nessun miracolo spettacolare, nessuna vocazione straordinaria. Solo una vita piena, vissuta con amore e coerenza, giorno dopo giorno.

Una santità feriale, che profuma di Eucaristia, amicizia, studio, servizio, fatica e sorrisi. Una santità possibile per tutti.

Morì a soli 24 anni, il 4 luglio 1925, per una poliomielite fulminante, contratta – si crede – durante una delle sue visite ai malati. Ma lasciò dietro di sé una scia luminosa: folle di poveri andarono al suo funerale, sconosciuti perfino ai suoi genitori.

Un compagno di strada per oggi

Pier Giorgio Frassati continua a parlare ai giovani (e non solo) perché ci mostra che la fede non è una fuga dal mondo, ma una maniera nuova di starci dentro.

È stato un credente allegro, coraggioso, concreto. Uno che ha saputo mettere insieme la preghiera e l’impegno, la bellezza del creato e l’amore per i poveri, il pensiero e l’azione.

Nel cammino verso la sua canonizzazione, ci invita a guardare in alto – come scrisse sull’ultima foto che scattò in montagna: “Verso l’alto” – senza dimenticare che è proprio a terra, nella vita di ogni giorno, che si costruisce la santità.