Vita Chiesa
Terra Santa: Pizzaballa, S. Chiara insegna a fissare lo sguardo su mistero di Cristo
“Ci insegna a dare alla realtà terrena, fatta di dolore, il sapore delle cose di lassù”

“Chiara d’Assisi ricorda ancora alla Chiesa e al mondo la necessità di guardare alle cose invisibili ed eterne e di non ripiegare su considerazioni puramente terrene. Ne abbiamo bisogno anche oggi, qui in Terra Santa”. Lo ha detto il patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, celebrando oggi, nel monastero delle clarisse di Gerusalemme, la messa per la festa di Santa Chiara. “Tendiamo a contemplare solo il nostro dolore, la nostra sofferenza e le ingiustizie che ci feriscono e non siamo più in grado di pensare ad altro – ha spiegato -. Non possiamo più vedere le persone intorno a noi, e forse non riusciamo nemmeno a vedere il volto di Dio in questo modo. Il cuore è così pieno di dolore che non è più in grado di pensare a nient’altro che a se stesso. E noi siamo bravi a giustificare questa incapacità, perché le nostre ferite sono incredibilmente gravi e profonde”. Ma tutto questo, secondo il patriarca, “per quanto umanamente comprensibile, non può fermare il nostro amore per il prossimo e non può essere la fonte delle nostre omissioni. Per un cristiano – ha ribadito – non sono mai gli altri a rifiutarci, ma siamo noi che non osiamo sfidarli nell’amore che Cristo ha riversato nei nostri cuori”. Chiara d’Assisi insegna a “fissare lo sguardo sul mistero di Cristo, su ciò che si ama, anche se per un attimo scompare, perché la vita non diventi uno sforzo, un volontarismo (a cui spesso siamo tentati di ridurre la fede cristiana), ma una perseveranza nell’amore”. Da qui la domanda: “A cosa stiamo guardando oggi, in questi tempi drammatici. Cosa o chi stiamo guardando?”. “Chiara ha saputo rispondere con chiarezza e determinazione nel suo tempo, che non è stato meno turbolento del nostro. Ancora oggi ha sorelle che, seguendo il suo esempio, ci mostrano come possiamo stare in questo nostro mondo turbolento: ‘Pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra’. Questo – ha concluso il patriarca – non significa che dobbiamo alienarci dalle cose terrene, ma che possiamo dare alla realtà terrena, che spesso consiste di dolore e di stenti e in cui stiamo vivendo, il sapore delle cose di lassù”.