Toscana

Il Meyer torna ad accogliere tre bambini da Gaza

Si tratta di una ragazzina di dodici anni, che ha affrontato il viaggio insieme al fratello: presenta fratture multiple e un trauma da compressione. Una diciassettenne, invece, arrivata insieme ai genitori e a due sorelle, dovrà essere curata per un’insufficienza renale. Il terzo arrivato è un piccolo di quattro anni con una grave malattia ematica autoimmune

Firenze e la Toscana ancora una volta aprono le porte alla speranza. Nella notte, il Meyer ha accolto tre bambini e adolescenti originari della Striscia di Gaza, giunti in Italia nell’ambito di una missione umanitaria coordinata dal governo italiano.

Si tratta di una ragazzina di 12 anni, gravemente ferita in un bombardamento e affetta da fratture multiple e trauma da compressione, arrivata insieme al fratello; di una diciassettenne con insufficienza renale, giunta con i genitori e due sorelle; e di un bimbo di appena quattro anni con una grave malattia ematica autoimmune.

L’arrivo è stato reso possibile grazie a un’operazione MEDEVAC (Medical Evacuation) della 46ª Aerobrigata dell’Aeronautica Militare. Nei giorni scorsi, tre aerei C130 partiti dall’aeroporto di Pisa hanno raggiunto la città israeliana di Elat per prelevare i pazienti pediatrici e i loro familiari. L’operazione, gestita dalla Centrale CROSS (Centrale Remota di Soccorso Sanitario) di Pistoia e coordinata dalla Protezione Civile Nazionale, ha visto la partecipazione attiva anche dell’AOU Meyer IRCCS: nel team sanitario erano presenti Simone Pancani, coordinatore delle attività umanitarie e di Protezione civile, e Luca Vannucchi, in servizio al Dea del pediatrico fiorentino.

Ad accogliere i piccoli pazienti fuoriusciti da Gaza c’erano gli operatori dei servizi sociali e un mediatore linguistico messo a disposizione dalla Fondazione Meyer per agevolare il dialogo con i medici. Proprio la Fondazione ha garantito il sostegno logistico per la loro ospitalità.

“La Toscana, come sempre, è pronta ad allargare le proprie braccia e il proprio cuore – ha commentato il presidente regionale Eugenio Giani – mettendo a disposizione le nostre eccellenze sanitarie per garantire cure adeguate a chi non le può ricevere nel proprio Paese. Lo facciamo ispirati da tre principi che sono alla base della sanità pubblica: equità, accesso universale e lotta alle disuguaglianze”.

Non è la prima volta che il Meyer partecipa a missioni di questo tipo. L’ospedale pediatrico fiorentino ha già offerto il suo contributo in operazioni umanitarie in diversi contesti: dagli sbarchi a Lampedusa all’evacuazione di bambini ucraini con patologie oncologiche in Polonia, fino ai trasferimenti di piccoli pazienti gazawi da Egitto e Israele. Sempre con un obiettivo: trasformare la solidarietà in cura concreta e dare ai più fragili una possibilità di futuro.