Prato

Prato, quando Prevost andò a Sasseta per sfuggire alla calura estiva

La curiosa storia di questa visita inaspettata. Il futuro Leone XIV fu portato in Valbisenzio a trascorrere un breve soggiorno dal sassetino padre Guido Balestri

Papa Leone XIV a Castel Gandolfo (foto archivio Agensir)

Padre Francis Robert Prevost, futuro papa Leone XIV, nell’agosto del 2012, è stato a Sasseta di Vernio per fuggire al caldo di Firenze. Il piccolo insediamento di case sparse, a nord ovest dell’antica rocca di Vernio, sulla sommità di Poggio Castelluccio, può dunque vantare questo onore.

La notizia è stata pubblicata sull’ultimo numero di Toscana Oggi – La Voce di Prato ed è stata raccontata da Aurelio Risaliti, il quale ne è venuto a conoscenza dopo un incontro avvenuto nella basilica fiorentina di Santo Spirito. In quella occasione erano presenti il priore agostiniano padre Giuseppe Pagano e due amici di Sasseta, in accordo con il parroco don Giuseppe Riaz.

Nell’estate 2012 Prevost si trovava a Firenze, ospite dei confratelli agostiniani nel convento di Santo Spirito per impegni legati all’Ordine.

Fu allora che – si legge su Toscana Oggi – su invito di padre Guido Balestri, originario di Sasseta, un gruppo di confratelli, con il priore padre Giuseppe Pagano, insieme al futuro papa Leone XIV, si recò al fresco dell’Alta Val Bisenzio.

Un breve soggiorno ristoratore dopo le fatiche e l’afa di Firenze, ma che oggi commuove ed emoziona gli abitanti della piccola frazione. Purtroppo di quel soggiorno non esiste una foto.

padre Ugo Balestri

Padre Guido Balestri, scomparso nel 2016 all’età di 95 anni, era già noto alle cronache, perché ebbe il merito di far ritrovare, nel 1962, il pregiato Crocifisso del giovane Michelangelo, una scultura lignea policroma della fine del ‘400, che oggi si trova nella cappella Barbadori della sacrestia di Giuliano da Sangallo. Peraltro, gli abitanti di Vernio sono molto legati alla basilica del Santo Spirito anche per la cappella commissionata dai Conti Bardi di Vernio, dove fa bella mostra di sé una tela del 1629, opera di Jacopo Vignali, apprezzato pittore del ‘600 toscano.

«Sostenuti dal vescovo Giovanni e tramite padre Pagano – ha detto a Toscana Oggi Aurelio Risaliti – desideriamo adesso scrivere al Papa nel ricordo di questa sua indimenticabile, benché breve, presenza a Sasseta. Fiduciosi in una sua risposta, speriamo di poter conservare e magari incorniciare la sua lettera».