Toscana

Rientrato dalla Polonia il convoglio di aiuti umanitari partito da Arezzo, alla diocesi gemellata di Drohiczyn

“È stato un grande onore poter rappresentare la Chiesa di Arezzo-Cortona-Sansepolcro in questo momento così difficile per le tante persone in fuga dalla guerra in Ucraina. Sono rimasto felicemente colpito dalla grande organizzazione messa in piedi della Chiesa di Drohiczyn, di come accolgono a curano queste persone: è stata un’esperienza molto toccante”. Queste le prime parole di don Fabrizio Vantini, vicario generale della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro al suo rientro ad Arezzo, dopo un viaggio di 1700 chilometri durato 30 ore, per tornare dalla Polonia centro-orientale, vicino al confine con la Bielorussia. Insieme a don Andrzej Zalewski, rettore del Seminario diocesano originario proprio di Drohiczyn, hanno infatti partecipato alla prima spedizione di generi di prima necessità (poco più di 19 tonnellate) raccolti nei giorni scorsi dall’infaticabile lavoro della Caritas diocesana e inviati con un tir venerdì 11 marzo alle persone in fuga dalla guerra in Ucraina. Si tratta soltanto della prima spedizione destinata alla volta di Drohiczyn, con la quale la diocesi aretina-cortonese-biturgense ha stipulato un gemellaggio. La mattina del 17 marzo è previsto già un secondo invio.

<Abbiamo visto con i nostri occhi – continua don Fabrizio – l’infaticabile lavoro nell’accoglienza di centinaia di persone e nell’ascolto delle loro necessità, un impegno esemplare. C’è grande serietà e organizzazione nel gestire una situazione in continuo divenire, nell’accogliere le persone come fossero propri familiari, dandogli tutto quello che hanno. Per questo c’è anche un grande spirito di gratitudine verso la Caritas di Drohiczyn. Tuttavia è molto doloroso constatare che moltissimi di questi bambini con le loro mamme hanno bisogno di cure, anche quando non hanno evidenti ferite. Hanno comunque subito dei forti traumi, lo stress della fuga, soprattutto i più grandi, che hanno maggiore consapevolezza di ciò che sta succedendo. Attualmente sono accolte a Drohiczyn 100-150 persone, ma la maggior parte sono di passaggio, molti vanno verso la Francia, Germania, Regno Unito. Grazie alla rete di relazioni presenti nella diocesi di Drohiczyn, stiamo riuscendo a far arrivare parte del materiale raccolto e donato nell’Aretino direttamente fino a Kiev, dove Caritas Ucraina riesce a gestire e smistare quanto arriva. È un lavoro molto apprezzato, ma delicato e che va fatto con intelligenza, finora riusciamo a garantirlo, non sappiamo fino a quando riusciremo. Abbiamo i permessi, i contatti, i documenti necessari e canali affidabili. Purtroppo abbiamo invece notizia di tentativi simili, un po’ improvvisati, dove il materiale raccolto è finito o distrutto, o nelle mani dei militari russi>. Infine l’appello di don Fabrizio: <Non dobbiamo scoraggiarci, ma continuare con entusiasmo una cosa vera e bella. La sensibilità che la nostra gente sta mostrando nel collaborare ad alleviare il dolore degli ucraini è commuovente e importante. La perseveranza in Cristo contribuisce ad alleviare tanti problemi>.