Vita Chiesa

I PICCOLI E LA FEDE: DON BENZI (CEI), UN TEMPO IMPORTANTE PER LA CATECHESI

Vescovi, parroci, “persone qualificate e rappresentative” in numero stimato di 5 mila nelle diverse regioni, “molte più di quante qualsiasi convegno di studio promosso dall’ufficio nazionale possa coinvolgerne”: così don Guido Benzi, direttore dell’Ufficio catechistico nazionale, ha illustrato oggi pomeriggio, aprendo alla “Domus Mariae” di via Aurelia a Roma l‘Incontro nazionale dei Direttori degli Uffici catechistici diocesani, coloro che saranno coinvolti nella verifica nazionale sulla iniziazione cristiana che prende il via da oggi con questo raduno. Tema dell’incontro è “Come pietre vive’. Rinnovare l’iniziazione cristiana nelle nostre Chiese”, e dopo il suo svolgimento (fino al 7 febbraio) si aprirà una serie di convegni regionali che si terranno dal 13 aprile (Abruzzo-Molise) fino al 30 settembre (Umbria). “Un ‘convegno diffuso’ nelle sedici regioni ecclesiastiche” lo ha definito don Benzi, precisando che “questa verifica, richiesta dagli Orientamenti pastorali decennali della Cei sull’educazione, investe tutte le strutture ecclesiali e anche realtà quali le case editrici, le facoltà teologiche e gli istituti di scienze religiose, il mondo dei religiosi, gli istituti secolari, le associazioni ed i movimenti ecclesiali. Per la catechesi questo è un tempo importante – ha aggiunto – e il rischio di non cogliere questo ‘kairos’ è reale”. “Nella Lettera apostolica ‘Porta Fidei’ – ha poi affermato don Benzi – il Papa ha indetto l’ ‘Anno della Fede’, motivato dalla constatazione che nell’attuale cultura secolarizzata non sia più possibile pensare alla fede come «un presupposto ovvio del vivere comune. In effetti, -ha scritto il Papa – questo presupposto non solo non è più tale, ma spesso viene perfino negato”. Don Benzi ha quindi sottolineato che “l’orizzonte, come emerge da queste parole di Benedetto XVI, è quello di una riscoperta del dono della Fede, scaturito e corroborato dai sacramenti dell’Iniziazione cristiana, in vista dell’annuncio missionario. Il mondo della catechesi italiano non è impreparato a queste sollecitazioni, sia per il lungo cammino intrapreso da più di un decennio per rinnovare l’Iniziazione cristiana, sia per la riflessione sul Primo annuncio della fede”. “La Chiesa oggi ha davanti a sé numerose sfide. Ne parlano i vescovi di tutto il mondo nei contributi inviati in Vaticano in vista del Sinodo sulla nuova evangelizzazione”, ha detto il Segretario generale del Sinodo dei Vescovi, mons. Nicola Eterovic, invitato alla giornata di apertura dell’Incontro nazionale dei direttori degli uffici catechistici diocesani. Mons. Eterovic ha elencato tali “sfide” a partire dalla “secolarizzazione che – ha detto – è molto diffusa e coinvolge ormai anche i paesi in via di sviluppo”; le “migrazioni” che producono “il confronto della cristianità con altre fedi con le quali è importante imparare a dialogare”; la “ricerca scientifica che richiede di saper dialogare tra scienza e fede”; la “politica con gli sconvolgimenti cui assistiamo a partire dalla ‘primavera araba’”. Il vescovo ha citato anche il ruolo dei “media” e le possibilità del “dialogo ecumenico e interreligioso” quali fattori di “annuncio”. Sulla catechesi e iniziazione cristiana, in particolare, ha detto che “oggi quanto mai è importante avere famiglie cristiane desiderose di educare alla fede” e di “avere più testimoni che maestri. Le parrocchie inoltre sono chiamate a diventare ‘comunità di comunità”. (Sir)