Vita Chiesa

Papa Francesco: testi Via Crucis affidati ad un gruppo di studenti del liceo romano «Albertelli»

«Ho ricevuto una telefonata direttamente dal card. Gianfranco Ravasi che mi conosce da tempo. Mi ha detto che il Papa essendo l’anno dei giovani aveva avuto l’idea di far scrivere ai ragazzi le meditazioni della Via Crucis. Questa è veramente un’altra idea eccezionale di questo Papa. Il lavoro lo hanno fatto i ragazzi, io ho solo fatto da coordinatore. È emerso un lavoro corale». Così il professore Andrea Monda in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, ha raccontato come sono stati scelti i ragazzi che hanno scritto le meditazioni della Via Crucis. Papa Francesco quest’anno ha infatti deciso di affidare la preparazione dei testi per la Via Crucis del Venerdì Santo a un gruppo di giovani, coordinato da Monda, insegnante di religione, protagonista assieme ai suoi alunni del liceo classico «Pilo Albertelli» di Roma del programma «Buongiorno professore» su Tv2000.

«Sono 14 sguardi diversi – ha spiegato Monda – accomunati dai sentimenti e i desideri della fascia di età dai 20 ai 25 anni. Lo sguardo è simile ma ciascuno ha la propria particolarità che parte dall’ esperienza quotidiana. C’è chi si è riferito al tema dei migranti, guardando Cristo rifiutato e chi ha parlato della tecnologia e dei telefonini. Hanno portato dentro la Via Crucis il loro bagaglio d’esperienza. Alla fine è uscito un lavoro corale, una sinfonia di cui si può essere assolutamente soddisfatti».

«La scelta degli allievi – ha proseguito Monda – è stata la più difficile perché ho veramente tantissimi alunni. Ho pensato alla sensibilità di questi ragazzi e a chi potesse rispondere più attivamente a questa proposta a prescindere dal cammino di fede. Di fronte a questa sfida non ho voluto indagare e addentrarmi nella fede e nel loro percorso personale dei ragazzi. Ho seguito il criterio della sensibilità e capacità dei giovani di essere sensibili di fronte ad un fatto drammatico e misterioso che ha spaccato in due la storia come la Passione di Cristo».

Caterina e Agnese, due giovani che hanno scritto le meditazioni della 3° e 4° stazione, sono state onorate di poter partecipare al progetto: «Era sicuramente una sfida tosta perché una meditazione per la Via Crucis non è facile e banale. Avevamo un po’ di titubanza e ci siamo chieste se eravamo in grado. Poi alla fine siamo state contente di accettare».

«In un mondo in cui – hanno sottolineato Caterina e Agnese – non capita spesso d’incontrare giovani credenti, dare voce ai nostri pensieri e poter finalmente esprimere ciò che sentiamo con libertà è stato indimenticabile. Ci ha fatto veramente crescere. Siamo andati in profondità, abbiamo analizzato un aspetto della vita forte come la morte. Tutti i giorni entra nella nostra vita, è sempre un mistero che bisogna imparare ad affrontare. La morte non è la fine di tutto o una disperazione. E poter testimoniare, scrivendo la meditazione, che la morte è Resurrezione è sicuramente un grandissimo onore e un mezzo per crescere».

Intervistati da Vatican News, altri due studenti anticipano i contenuti dei testi. Riguardo alla prima stazione, quella di «Gesù davanti a Pilato», «mi sono concentrato – spiega Valerio Felice – su Gesù davanti alla folla e quindi alla decisione che compie la folla che predilige Barabba a Gesù». Si tratta di una «non-decisione», aggiunge, perché «nella folla si assiste ad una responsabilità diffusa, dove si perde la reale volontà del singolo». «Questa decisione che a noi appare estremamente terribile», prosegue, «è in realtà la decisione che spesso ogni giorno compiamo. Spesso preferiamo adottare la decisione della maggioranza o comunque avallarla anche con il silenzio perché, pur avvertendola come stridente rispetto a ciò che è giusto, non abbiamo il coraggio di imporci, di esprimere la dissonanza rispetto al volere che avvertiamo come univoco e che magari ci fa anche comodo». Marta Croppo, invece, si è soffermata sulla morte di Gesù. Nella sua riflessione per la XIV stazione, ha «sviluppato il tema dell’incredulità che si prova quando ci si accosta al mistero di Cristo che muore e che entra nel profondo, nel sepolcro delle nostre realtà e della nostra storia, dove spesso noi non vogliamo scendere», in quell’interiorità che «solo Cristo può vedere e può sondare». Sull’esperienza vissuta nello scrivere le meditazioni per la Via Crucis insieme ad altri coetanei, Croppo rileva che è stata «una bella esperienza» anche perché le ha fatto vedere come «il mio modo di vivere la fede sia comune e condivisibile da molti altri ragazzi che vivono lo stesso tipo di esperienze, seppur molto diverse». È emerso «un senso di comunanza molto forte».